REGGIO CALABRIA Cade l’accusa più pesante, la tentata estorsione nei confronti dei Riuniti, ma non quella di aver predisposto falsi certificati di esecuzione lavori. Per questo motivo, l’imprenditore Giovanni Minniti è stato condannato alla pena di 5 anni di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici come dalla possibilità di stipulare contratti con la pubblica amministrazione per la durata della pena. Insieme a lui, una condanna a un anno di reclusione è stata disposta per l’ex dipendente Francesco Ferrara.
Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Stefano Musolino, l’imprenditore – a giudizio per truffa, turbativa d’asta e tentata estorsione – si sarebbe aggiudicato diversi appalti agli Ospedali Riuniti esibendo due falsi certificati di esecuzione lavori, necessari per rispettare i criteri di ammissione alla gara. Grazie a quei documenti, l’impresa sarebbe riuscita ad aggiudicarsi una serie di appalti, incluso quello per la costruzione del Centro cuore, il reparto-scandalo per anni rimasto inutilizzato nonostante l’ultimazione. Tutte accuse ritenute fondate dai giudici, che hanno accolto in pieno la richiesta di pena avanzata dal pm Musolino. Il Tribunale presieduto da Natina Pratticò ha inoltre riconosciuto ai Riuniti il pagamento di una provvisionale di 30mila euro, in attesa del risarcimento da decidere in sede civile.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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