Calabria Verde, la difesa di Allevato chiede la scarcerazione

COSENZA «Scarcerazione». È la richiesta avanzata al Tdl di Catanzaro dai difensori di Alfredo Allevato, dirigente del settore 3, ossia Forestazione, Antincendio boschivo e Sorveglianza idraulica, per i quali il gip Giuseppe Perri ha disposto la misura cautelare in carcere nell’ambito dell’inchiesta che ha travolto Calabria Verde, l’ente in house della Regione. L’ingegnere Allevato si trova ristretto nel carcere di Cosenza da oltre una settimana, quando è scattato il blitz dei finanzieri del comando provinciale di Catanzaro su ordine della Procura distrettuale. I suoi legali, gli avvocati Riccardo Adamo e Giuseppe Mastrangelo, giovedì mattina hanno discusso davanti al Tribunale della Libertà chiedendo la scarcerazione di Allevato perché – hanno sostenuto – «per il reato contestato, ovvero l’abuso di ufficio, non è prevista la carcerazione preventiva». I legali, inoltre, hanno ribadito la totale estraneità di Allevato rispetto alle accuse contestate. Immediata la replica della Procura di Catanzaro. A ribadire la posizione dell’accusa è stato il procuratore capo Nicola Gratteri dapprima e, poi, l’aggiunto Giovanni Bombardieri e il sostituto Prontera. La pubblica accusa ha evidenziato il ruolo di Allevato nell’inchiesta. Il Tdl si è riservato la decisione sulla richiesta di scarcerazione.

mi. mo.