COSENZA «In questi giorni l’ospedale Annunziata è stato oggetto di ispezioni da parte dei Nas, molte delle criticità rilevate sono da addebitare alla vestustà dell’edificio risalente al 1939, motivo per cui da molto tempo, l’attuale amministrazione e non solo, ha richiesto la costruzione di un nuovo ospedale». La direzione generale dell’Azienda ospedaliera di Cosenza non nega i problemi riscontrati, ma prova, in una nota stampa, a segnalare che – al di là delle criticità – il management è al lavoro per risolvere i problemi.
La direzione, infatti, «appena insediatasi, ha immediatamente programmato e dato impulso a una attività di ristrutturazione dei reparti, alcuni dei quali sono stati ultimati e già operativi, come la Geriatria, Gastroenterologia e la Neurochirurgia, mentre è già iniziato il rifacimento dei locali destinati all’Ortopedia e alle Chirurgie». E «sono in corso i lavori di adeguamento impiantistico per la messa in sicurezza dell’intero stabilimento ospedaliero e, dal 23 settembre, sono stati attivati i nuovi gruppi elettrogeni».
L’elenco prosegue: «Sono iniziati i lavori per la costruzione di nuove sale operatorie dedicate per il Dipartimento di emergenza-urgenza, che, non appena terminate, consentiranno la ristrutturazione completa del complesso operatorio ubicato al II livello dell’edificio del ’39».
«Gli interventi sopraelencati – spiegano dalla direzione generale – sono stati messi in atto e saranno realizzati, in una struttura ospedaliera totalmente operativa e funzionante, per non creare disagi all’utenza che, altrimenti, sarebbe stata costretta a migrare in altri ospedali, e hanno presentato e presentano complessità, difficoltà e notevole impegno; ciò nonostante questa Azienda è riuscita a garantire sia il numero dei posti letto, sia tutte le attività assistenziali».
È un tentativo di ridare fiducia a un’utenza già provata dai disagi e che ha dovuto registrare blitz dei carabinieri e il sequestro di diverse aree della struttura e, in ultimo, anche del reparto trasfusioni. Un modo per segnalare anche quelli che la direzione strategica ritiene dei successi, come «i trasferimenti delle unità operative destinate alla nuova palazzina del Mariano Santo, ultimata dopo ben 18 anni».
Per quanto concerne il Pronto Soccorso, tra l’altro, «è stato potenziato con l’immissione in servizio di nuovi medici ed infermieri, ma le problematiche scaturiscono dal notevole afflusso di pazienti che ivi afferiscono, e per lo più per prestazioni inappropriate, provenienti da tutta la provincia, a seguito della ristrutturazione della rete ospedaliera, ma che non possono essere rifiutati. Analoga situazione si verifica nella Unità operativa complessa di Ostetricia e Ginecologia per la chiusura dei punti nascita».
Qualche nota positiva c’è: «E’ in fase di installazione la Pet, consegnata nella giornata odierna» e «questa direzione, già a far data dal suo insediamento, ha provveduto, nell’ambito dei poteri di vigilanza e controllo in capo al direttore generale dell’Azienda, a dare impulso a tutte le procedure per il rispetto, presso le strutture ospedaliere, di quanto la normativa prescrive, adottando un cronoprogramma».
«Molte cose abbiamo fatto senza clamore mediatico – si legge ancora – e molte altre ancora ne faremo. Come pubblica amministrazione abbiamo il dovere di collaborare con l’autorità giudiziaria a cui daremo massima disponibilità, ma abbiamo anche il dovere di rendere conto ai cittadini delle nostre azioni, e per quanto riguarda questa direzione aziendale, la trasparenza su ogni intervento è stata, è e sarà sempre garantita. Nostro obiettivo prioritario è erogare una buona sanità e un buon comfort alberghiero ai nostri concittadini, per evitare loro i disagi fisici ed economici-finanziari derivanti dai viaggi della speranza, dare dignità al lavoro dei nostri ottimi professionisti e operatori tutti, e fare conseguire economicità alla nostra regione. Siamo certi che con l’apporto delle istituzioni, dei cittadini e degli operatori saremo in grado di fare assurgere l’Azienda ospedaliera di Cosenza ai livelli dei migliori ospedali nazionali».
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