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«Ecco perché ho accettato di collaborare con Oliverio»

Caro Direttore, ho, poco fa, visto il tuo (come al solito interessante e ironico) Omissis dal titolo “Gli uomini di Oliverio ora ci sono proprio tutti” che bontà tua mi hai voluto dedicare. Consent…

Pubblicato il: 30/09/2016 – 11:53
«Ecco perché ho accettato di collaborare con Oliverio»

Caro Direttore, ho, poco fa, visto il tuo (come al solito interessante e ironico) Omissis dal titolo “Gli uomini di Oliverio ora ci sono proprio tutti” che bontà tua mi hai voluto dedicare. Consentimi questa replica di chiarimento. Innanzitutto ti ringrazio per aver ricordato le tantissime battaglie condotte in tutti questi anni (diverse ci hanno visto insieme). Ti chiedi e mi chiedi il perché di questa mia scelta, chi me lo ha fatto fare. Ho accettato l’invito a collaborare, con un ruolo istituzionale, con la Regione, a parte per la stima e l’amicizia per il governatore Oliverio e l’avvocato Pignanelli, solo ed esclusivamente per il desiderio (e la speranza) di potere essere ancora più incisivo, concreto e immediato per le mie battaglie e le mie iniziative di solidarietà, in particolare per poter seguire più da vicino la grande opera umanitaria che più mi sta a cuore, la realizzazione a Tarsia del Cimitero internazionale dei Migranti. Questo mi ha portato a fare questa scelta che per me rappresenta un piccolo sacrificio. Sono convinto che con questo mio ruolo istituzionale per la tutela dei Diritti Umani potremo dare delle risposte e un aiuto a tante persone che vivono situazioni di grande disagio. Ho pensato che anziché continuare a combattere da solo (come ho fatto in tutti questi anni) spesso, come Don Chisciotte, contro dei mulini a vento, con l’Ente regionale assai vicino avrei superato tanti ostacoli e quel muro di silenzio e indifferenza che tante volte mi sono trovato di fronte. Pensa ad esempio cosa ho dovuto fare, in questi ultimi 3 anni, per poter vedere (se tutto va bene, assai presto) realizzato il grande progetto umanitario del Cimitero dei Migranti, apprezzato nel mondo e che la stampa internazionale segue con particolare attenzione, mandando a Tarsia i suoi inviati per la realizzazione di importanti e significativi reportage(che si possono vedere nel nostro sito www.diritticivili.it). Per queste ragioni ho accettato l’invito e il ruolo istituzionale, che svolgerò naturalmente fuori dal Palazzo, in mezzo alla strada, accanto alla gente, tra gli ultimi, in quello che, da sempre, considero il mio mondo, dove, da una vita, combatto tutte le mie battaglie civili. Altra questione che sollevi: quella del mio stipendio di docente, che anziché la scuola mi rimborserà la Regione.
Nessuna presa per i fondelli (non ho mai parlato infatti di a costo zero, ma del solo rimborso del mio stipendio). A questo proposito ti informo che ho finanche rinunciato al comando (e a tutti benefici connessi!) che mi era stato inizialmente concesso dalla Regione (a partire dal 12 settembre 2016). Ho preferito rinunciare al comando e chiedere l’anno di aspettativa non retribuita (che, come sai, la scuola prevede possa essere utilizzato una sola volta, un solo anno, per tutta la vita lavorativa!) per non avere nessun vincolo e nessun vantaggio! Consentimi di chiarire quali svantaggi comporta invece per me l’anno di aspettativa: 1)perdita della continuità didattica (finire nella mia scuola ultimo in graduatoria con rischio trasferimento!); 2) perdita di un anno di contributi previdenziali; 3) perdita degli scatti di anzianità; 4) integrazione (pagamento) da parte mia della differenza dei contributi previdenziali; 5) perdita della tredicesima e del trattamento di fine rapporto. A ciò si devono aggiungere tutte quelle (non poche!) che saranno le spese di trasporto che sosterrò in giro per la Calabria per portare avanti le mie battaglie civili. Diciamo che quel rimborso dello stipendio da parte della Regione mi servirà per poter sostenere tutte queste spese, dare qualcosa, come faccio da sempre, in beneficenza e di poter vivere dignitosamente. Pensandoci bene, se guardo (solo) al lato economico, devo dirti che hai ragione a chiedermi: chi me lo ha fatto fare! Ma tu che mi conosci da sempre e mi stimi (stima e amicizia ricambiate) sai che la mia vita è sempre stata questa: agli antipodi del denaro e del potere.! E anche quando sono stato eletto consigliere provinciale(nel 2004) ho destinato i miei gettoni di presenza al finanziamento di innumerevoli campagne umanitarie, nazionali e internazionali. Non solo. In oltre 35 anni di impegno civile e umanitario (gli ultimi 21 alla guida del Movimento Diritti Civili) non ho mai né chiesto, né ottenuto una sola lira-euro di finanziamento, né pubblico, né privato. Ho finanche rinunciato nel 2003 ad un finanziamento regionale di 60mila euro perché non avrei potuto usarlo per una mia (nuova) campagna umanitaria per l’Africa (come avevo chiesto di poter fare!) ma avrei invece, stando ad una legge assurda, utilizzarlo solo per la segreteria, per collaborazioni, consulenze…! Ho aiutato e assai spesso salvato, in oltre 35 anni, un migliaio di persone(le cui storie vengono ricordate e documentate nel nostro sito), autofinanziando sempre (con quel mio modesto e unico stipendio di docente!) tutte le mie battaglie civili, le iniziative di solidarietà e le campagne umanitarie. Forse ho fatto qualcosa in più del… volontario in Burundi! Resta un’ultima considerazione. Se il mio ruolo istituzionale non mi consentirà di fare quello che penso di poter realizzare (ad iniziare soprattutto dal grande progetto umanitario del Cimitero dei Migranti) non esiterò un solo istante a lasciare questo incarico alla Regione e a restare di qui al prossimo 30 agosto 2017 anche senza il mio (modesto) stipendio di docente(unica mia fonte di reddito). Spero che questo non accada. Non certo per non perdere dodici mesi di stipendio (questo è l’ultimo dei miei pensieri!) ma per le opere umanitarie (e di giustizia) che ho in mente (e nel cuore) e che sogno di poter, in questo anno, realizzare. Pensando soprattutto a quei poveri e sfortunati immigrati (uomini, donne e bambini) che perdono la vita nei tragici naufragi, mentre fuggono da guerre, persecuzioni e miseria, e alla cui morte voglio dare dignità con la realizzazione del Cimitero dei Migranti.

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