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Gli interessi del genero del boss Muto a Chiaravalle

CATANZARO Contrariamente a quanto si era appreso in un primo momento, si trova a Chiaravalle Centrale, e non a Girifalco, l’impianto di energia rinnovabile sequestrato lo scorso 26 settembre dagli …

Pubblicato il: 30/09/2016 – 13:08
Gli interessi del genero del boss Muto a Chiaravalle

CATANZARO Contrariamente a quanto si era appreso in un primo momento, si trova a Chiaravalle Centrale, e non a Girifalco, l’impianto di energia rinnovabile sequestrato lo scorso 26 settembre dagli uomini della Guardia di finanza di Cosenza. Pur trovandosi Chiaravalle nel cuore delle Preserre catanzaresi, a metà strada tra la costa jonica e Serra San Bruno, il provvedimento di sequestro preventivo è stato emesso dal gip di Cosenza, Alfredo Cosenza, su richiesta del procuratore aggiunto Marisa Manzini. Il parco fotovoltaico sequestrato a Chiaravalle, infatti, è risultato di proprietà di Giuseppe Scipio Marchetti, 52enne nato a Belvedere Marittimo ma residente a Cosenza, sorvegliato speciale e genero del boss Franco Muto, capoclan di Cetraro che ha esteso il suo potere in diversi centri del Tirreno cosentino.
Secondo la Procura di Cosenza, pur essendo sottoposto alla sorveglianza speciale, l’uomo avrebbe omesso di comunicare le variazioni e gli incrementi del suo stato patrimoniale «riguardanti elementi del valore non inferiore a 10.329 euro». In particolare, Marchetti non avrebbe dichiarato di aver ottenuto la liquidazione della somma di 273.904,61 euro (somme versate su un proprio conto corrente nel 2011) e di aver effettuato nel 2011 versamenti finalizzati alla realizzazione di un impianto fotovoltaico del valore di 263.577 euro nel 2011.
Marchetti è destinatario della misura della sorveglianza speciale emessa dal Tribunale nel 2008, e in passato era stato coinvolto nel processo scaturito dalle inchieste ”Godfather”-”Azimuth”-”Piranha” e sfiorato anche dalle indagini sui presunti affondamenti delle “navi dei veleni”. Il suocero, noto come “il re del pesce”, è invece finito in carcere lo scorso 19 luglio perché coinvolto nell’inchiesta “Frontiera”, coordinata dalla Dda di Catanzaro e scaturita dalle indagini del Ros su decenni di potere criminale di una delle più pericolose e violente ‘ndrine della Calabria.
Gli atti riguardanti il sequestro dell’impianto fotovoltaico di Chiaravalle per ora non sono stati trasmessi alla Dda di Catanzaro, ma l’interrogativo che circola in queste ore in ambienti investigativi riguarda la circostanza, finora mai emersa, che vede un uomo legato a un boss del calibro di Muto estendere i suoi interessi, dal Cosentino, fino all’entroterra catanzarese. In questa zona, che si trova al confine con la provincia di Vibo, a cavallo dei Comuni di Chiaravalle, Cardinale e Torre di Ruggiero, stando a quanto emerso da alcune indagini della Dda e dai dossier della Direzione nazionale antimafia, dominano le cosche Iozzo e Chiefari.

s. pel.

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