REGGIO CALABRIA «Quanto affermato nell’aula del Senato dalla senatrice Finocchiaro sulla mancata conoscenza del Romeo non appare credibile e induce il Movimento 5 Stelle a richiedere con la massima urgenza l’audizione della stessa presso la Commissione Antimafia e le sue immediati dimissioni dalla presidenza della Commissione Affari Costituzionali del Senato». Lo dichiara Mario Giarrusso senatore del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione antimafia. «La senatrice Finocchiaro, in risposta alla nostra domanda su come sia stato possibile audire in Senato quello che per i magistrati sarebbe il capo della ‘ndrangheta e cioè Paolo Romeo, ebbe a rispondere che la I Commissione Affari Costituzionali da lei presieduta aveva ascoltato in audizione “esponenti della società civile” e che Romeo si era presentato al seguito di una associazione, aveva chiesto la parola e gli era stata data poiché risultava “sconosciuto ai membri della Commissione. Purtroppo pero’ la versione fornita dalla senatrice Pd è stata clamorosamente smentita da Roberto Galullo sul Sole 24 Ore” spiega Giarrusso. «Dalla ricostruzione puntuale di Roberto Galullo, risulta infatti che Paolo Romeo e la senatrice Pd Finocchiaro erano stati entrambi eletti alla Camera nella XI Legislatura (1992-1994) e che pertanto, per alcuni anni, sedevano nella stesso ramo del Parlamento. Ma vi è di più. Durante quella movimentata legislatura il Romeo era stato raggiunto da ben tre diverse richieste di autorizzazione a procedere di cui l’ultima era la più importante e grave. I magistrati di Reggio Calabria infatti, accusarono Romeo di far parte della ‘ndrangheta in posizione di assoluto rilievo e preminenza», spiega Giarrusso.
LA REPLICA DI FINOCCHIARO: HO GIA’ CHIARITO LA VICENDA «Trovo sinceramente offensive, strumentali e capziose le richieste e le argomentazioni del senatore Giarrusso. Ho già avuto modo ad agosto, nell’aula di Palazzo Madama, di ricostruire l’esatta dinamica di quanto avvenuto in commissione Affari costituzionali. E del resto tutti i membri di quella commissione, compresi i senatori del M5s, possono testimoniare e sanno come si sono svolte le cose». Così la senatrice del Pd, Anna Finocchiaro, risponde alla nota del senatore Giarrusso. «Com’è ovvio, quando un singolo avanza una richiesta – aggiunge – si avvia una verifica di chi sia la persona che chiede di avere ingresso nelle Aule del Senato e di essere audita da una Commissione. La richiesta di audire l’associazione Cittadinanza attiva, presente dal 1978 (prima con il nome di Movimento federativo democratico) e attiva in tutte le Regioni d’Italia, o meglio il complesso delle associazioni che a Reggio Calabria si riferiscono e sono federate a tale associazione, è venuta da un Gruppo parlamentare rappresentato in Commissione. La richiesta, peraltro, ha riguardato il rappresentante di Cittadinanzattiva, che, come spesso accade nel corso delle audizioni, è venuto in Ufficio di presidenza insieme ad altri rappresentanti dell’associazione. In questi casi, come è d’uso, il presidente chiede chi prende la parola in rappresentanza dell’associazione invitata e ha preso la parola il signor Paolo Romeo è venuto in Ufficio di Presidenza insieme ad altri rappresentanti dell’associazione. In questi casi, come è d’uso, il presidente chiede chi prende la parola in rappresentanza dell’associazione invitata e ha preso la parola il signor Paolo Romeo, ovviamente sconosciuto alla Commissione. E sconosciuto, mi dispiace per il senatore Giarrusso e per la ricostruzione di Roberto Galullo, anche a me nonostante egli sia stato eletto deputato come me nel 1992 (ho avuto tante colleghe e tanti colleghi in questi anni ma garantisco di non conoscerli tutti). Non ho mentito a nessuno, non ho mai conosciuto Romeo, non ho mai avuto rapporti con lui e sarebbe ora che il senatore Giarrusso – conclude Finocchiaro – la finisse di calunniarmi».
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