REGGIO CALABRIA In relazione alla «telenovela carioca» connessa alle vicende Sogas, l’avvocato Aurelio Chizzoniti comunica di aver formalizzato l’esposto diretto alla Procura della Repubblica di Reggio, alla Sezione di polizia giudiziaria della guardia di finanza, al ministro delle Infrastrutture, al presidente e al direttore generale dell’Enac, al prefetto della Provincia di Reggio Calabria, al presidente della giunta regionale, al Comune metropolita e alla Camera di Commercio di Reggio, nonché alla Provincia regionale di Messina. Chizzoniti, richiamando la trama «poi non estremamente complessa da tempo messa in scena da disinvolti teatranti, eroici missionari della talentuosa arte del mentire», stigmatizza duramente «la riproposizione dell’ormai stucchevole quanto estenuante giaculatoria secondo la quale il fallimento della decotta Sogas sfocerebbe attraverso un meccanico, subdolo esercizio tecnico nella chiusura dello scalo». E in questa cornice tra «vizi e inganni» operativi, denuncia il reato di cui all’art. 340 codice penale (interruzione di pubblico servizio – reato mezzo –) teso a costringere al pagamento i soci Sogas che si sono rifiutati di ripianare per l’ennesima volta le ingenti perdite, mediante l’astuto, ostruzionistico ultimatum con il quale il presidente del Cda della Sogas preannuncia urbi et orbi l’interruzione del servizio pubblico aeroportuale. Che – ex sé – traduce l’intimidazione di cui all’art. 610 codice penale (violenza privata – reato fine –), turbando, per l’effetto, il processo motivazionale degli Enti che non intendono pagare, riducendone la libertà di autodeterminazione tramite l’incontestabile violenza impropria di cui alla coartante, raffinata vis compulsiva. Nella specie – ex multis – conclamata anche dal tentativo di strumentalizzare il personale Sogas inducendolo a scioperare al fine di imporre ai soci il pagamento dagli stessi rifiutato.
Chizzoniti censura, altresì, chi, «probabilmente colto da un colpo di noia di fine estate», continua a paventare la chiusura dell’aeroporto in caso di fallimento della Sogas, richiamando, a contrariis: a) la conclamata continuità operativa dell’aeroporto di Crotone anche dopo il fallimento della società di gestione; b) la comunicazione ufficiale a firma Carlo Marfisi, direttore aeroportuale di Lamezia – Reggio Calabria, che, con nota del 03/06/2010 prot. n. 0055542/Cre, riferiva, fra l’altro, all’avvocato Chizzoniti che «nel sistema degli aeroporti italiani esistono anche gestioni dirette da parte dello Stato»; c) la minacciata e non a caso enfatizzata interruzione dei servizi che, paradossalmente, mai potrebbe realizzarsi se l’aeroporto fosse veramente destinato alla fatale chiusura a seguito del fallimento della Sogas. Chizzoniti corregge anche la quantificazione delle perdite della Sogas lievitate da nove milioni di euro a quasi undici milioni a seguito della decadenza della stessa dalla transazione ex ante sottoscritta con la Regione Calabria volta alla rateizzazione della restituzione di circa 1.400.000 euro già distratti dalle finalità per le quali erano stati erogati.
Per cui, secondo Chizzoniti, appare inevitabile «l’illacrimata sepoltura» della Sogas che la Procura ritiene in «condizioni di irrimediabile insolvenza». Conclusivamente, l’istante chiede alla stessa di escutere, quali persone informate dei fatti, tutti i partecipanti alla recente riunione romana convocata dall’Enac per individuare chi e perché, a conclusione della stessa, avrebbe suggerito di non redigere alcun verbale, sollecitando, altresì, l’acquisizione delle carte contabili della Sogas inerenti l’acquisto di telefoni cellulari, i relativi tabulati, bollette telefoniche, biglietti aerei e i fruitori degli stessi sulla pelle dei cittadini. Verificando, altresì, chi in ambito aeroportuale ed in concomitanza con il rifiuto a ricapitalizzare da parte di alcuni soci, avrebbe tentato di strumentalizzare i dipendenti Sogas per indurli a scioperare, al fine di «obbligare» i soci riluttanti al denegato pagamento pro quota.
x
x