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Programma stages, il destino (amaro) dei super laureati

CATANZARO Sono sotto contratto da due mesi e mezzo ma non lavorano, non percepiscono uno stipendio, non sanno quando prenderanno servizio e nessuno riesce a dare loro una risposta. Sono circa 116 p…

Pubblicato il: 01/10/2016 – 13:54
Programma stages, il destino (amaro) dei super laureati

CATANZARO Sono sotto contratto da due mesi e mezzo ma non lavorano, non percepiscono uno stipendio, non sanno quando prenderanno servizio e nessuno riesce a dare loro una risposta. Sono circa 116 persone, le anime dannate del famigerato Programma stages – messo in campo dalla Regione nel 2008 (correva l’amministrazione Loiero) per rigenerare le amministrazioni calabresi –, i famosi laureati col massimo dei voti che la Regione non riesce a collocare da nessuna parte. La svolta sembrava arrivata lo scorso dicembre, quando sia il governatore Oliverio, sia il dirigente generale del dipartimento Lavoro, Antonio De Marco, avevano annunciato l’imminente pubblicazione del nuovo bando.
Dopo sette mesi, lo scorso 13 luglio, è stato emesso un decreto che approvava le graduatorie definitive per permettere ai laureati dell’ex Programma stages di avere un contratto co.co.co. per 18 mesi. Il 18 luglio, nel corso dell’incontro per la firma dei contratti, alla presenza dello stesso assessore al Lavoro Federica Roccisano, i vincitori del bando sono stati informati che sarebbero stati inviati nei centri provinciali per l’impiego per supportare il personale di Garanzia giovani. In sostanza avrebbero dovuto partecipare a un progetto fondamentale per aiutare i giovani ad “autoimpiegarsi”. I contratti avevano decorrenza dal 20 luglio e sono stati controfirmati dal commissario straordinario di Calabria Lavoro – l’ente in house della Regione che ha gestito il bando –, Fortunato Varone.

LO SCONTRO CON I CENTRI PER L’IMPIEGO Ma le cose hanno preso una brutta piega qualche giorno più tardi: durante un incontro al dipartimento Lavoro con i responsabili dei centri per l’impiego provinciali, questi hanno fatto presente, con una certa veemenza, che quelle persone non sapevano proprio dove collocarle e come impiegarle. Un incontro acceso, quello di fine luglio, con i responsabili dei centri per l’impiego, racconta chi via ha assistito, che urlavano contro i dirigenti del dipartimento Lavoro, tra i quali lo stesso Antonio De Marco, dicendo, in sostanza, che loro quelle persone non sapevano proprio come accollarsele, che negli uffici non hanno le sedie, non hanno carta, non hanno i computer, che loro non erano stati avvisati di questo progetto, che sono messi così male, spiegava qualcuno, che se devono fotocopiare un documento sono costretti a chiedere agli utenti di portarsi la carta da casa. E se proprio devono accogliere i nuovi lavoratori, almeno vengano forniti dei fondi necessari per sistemare le cose. A questo punto i neo contrattualizzati sono stati invitati a lasciare la riunione che è proseguita tra i responsabili dei centri per l’impiego e i dirigenti del dipartimento Lavoro.

L’INERZIA E L’ATTESA Da quel momento il black out è tornato nelle vite dei super laureati calabresi. Da due mesi e mezzo sono sotto contratto ma senza lavorare, le proteste vengono rispedite al mittente, le telefonate agli uffici del dipartimento Lavoro sortiscono uno scaricabarile da labirinto kafkiano. Doveva essere siglato un protocollo d’intesa tra Calabria Lavoro e la Cgil sul contratto co.co.co ma Fortunato Varone – giurano i diretti interessati – latita da mesi. Inutili i tentativi, individuali o di piccoli gruppi, di essere ricevuti alla Cittadella. Cadono nel vuoto anche i messaggi su Facebook inviati all’assessore Roccisano.

LA VERSIONE UFFICIALE La versione ufficiale di tanta inerzia e ritardo è che i vincitori del bando prima di prendere servizio devono fare formazione ma per fare formazione bisogna emanare un bando per individuare l’agenzia che li possa formare. Questo problema nasce e si trascina con i contratti già in decorrenza.
La cosa paradossale, e se vogliamo anche drammatica, della situazione è che per partecipare a questo progetto gli ex Programma stages dovevano mantenere il requisito della disoccupazione, per cui oggi si ritrovano contrattualizzati sulla carta ma disoccupati nella sostanza. Non lavorano, non percepiscono stipendio e nessuno gli ha chiesto neppure l’Iban, magari per dare un po’ di speranza al futuro.
Il tutto per un co.co.co da 18mila euro distribuiti in 18 mesi, ergo 1.100 euro lorde e circa 700 euro nette al mese. 

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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