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«La legge antiracket dà benefici solo a chi è stato ammazzato»

«Mi chiamo Giuseppe La Riccia, sono un ex Imprenditore, vittima del Racket delle Estorsioni, ho perso la mia Azienda per ottemperare in tutto e per tutte alle direttive, in materia di contrasto del…

Pubblicato il: 02/10/2016 – 10:39
«La legge antiracket dà benefici solo a chi è stato ammazzato»

«Mi chiamo Giuseppe La Riccia, sono un ex Imprenditore, vittima del Racket delle Estorsioni, ho perso la mia Azienda per ottemperare in tutto e per tutte alle direttive, in materia di contrasto della criminalità. Ma oggi mi trovo in condizione di estremo disagio: la legge 44/99 “Antiracket” si è rilevata deleteria per il sottoscritto, per aver nel corso degli anni generato una legittima aspettativa in ordine al comportamento avuto a contrasto del triste fenomeno del racket delle estorsioni. Per la mia esperienza diretta, la Legge 44/99 (forse) può produrre benefici solo a chi è stato ammazzato». È la denuncia che un imprenditore del Cosentino ha inviato a “Storiacce”, trasmissione condotta da Raffaella Calandra sulla radio di Confidustria.
«La mia era un’azienda (Pastificio La Riccia-Zona Ind. Bisignano) inserita nel comparto dei pastifici, molti prodotti di pasta fresca di alta qualità erano destinati all’estero (Francia,Olanda e Germania). Non potendo riattivare la mia attività – scrive la Riccia – chiusa a causa del racket delle estorsioni, anche io come tanti altri imprenditori, avevo delocalizzato all’estero, iniziando il triste peregrinare da “Emigrante Moderno”. La mia veneranda età di ultra cinquantacinquenne non mi consente di stabilizzarmi fuori dalla mia Calabria e nonostante continua ad essere con me avara, vorrei restare. È mia convinzione, che per chi si è opposto pubblicamente al racket, qui in Calabria non esistono possibilità di rinascita. Ritornare a fare l’emigrante moderno, però, è triste, avvilente ed è come morire, dover abbandonare gli affetti, la casa e la speranza di poter vivere dignitosamente nella propria terra».
«Peraltro ho verificato – aggiunge l’imprenditore – che non è più possibile per me neanche questo, senza un minimo di risorse finanziarie, non è più possibile fare Impresa in Calabria figuriamoci all’estero. Ho più volte espresso questo disagio di cittadino sia allo Stato, sia alla politica, ma invano. Le imprese private preferiscono non avvicinarsi a persone come me, temono si alzi il prezzo. Ho già esposto “infruttuosamente” in Commissione Antimafia Nazionale taluni aspetti. Encomiabili – conclude La Riccia – le iniziative per manifestare il dissenso , ma se si vuole creare un’immagine di uno Stato che garantisca realmente chi si oppone alla ‘ndrangheta, bisognerebbe pensare a tutte le diverse storie di noi “vessati”».

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