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Le risposte mancate di Oliverio

Si rischia la paranoia da stress a queste latitudini e ciò è facilmente comprensibile ma non altrettanto facilmente giustificabile.In Calabria l’unico “potere forte” è la Regione Calabria: dispone …

Pubblicato il: 03/10/2016 – 15:05
Le risposte mancate di Oliverio

Si rischia la paranoia da stress a queste latitudini e ciò è facilmente comprensibile ma non altrettanto facilmente giustificabile.
In Calabria l’unico “potere forte” è la Regione Calabria: dispone di un esercito di giornalisti, di risorse dirette e indirette da impiegare nella comunicazione, ha potere di intervento sulle poche leve economiche ancora attivabili, esercita un potere di interferenza nelle dinamiche pubbliche che nessuna organizzazione politica, sindacale o imprenditoriale può sognarsi di esercitare. Sui media il controllo è talmente stretto da riuscire a far pubblicare il commento a una notizia senza mai aver pubblicato la notizia.
Eppure ogni volta che esiste un problema, una fibrillazione, un incidente di percorso, ecco la solita cantilena, identica a quella che snocciolava l’ex governatore Giuseppe Scopelliti: «Siamo sotto l’attacco di lobby e di poteri forti che vogliono condizionare il nostro operato e impedire il cambiamento che stiamo portando». Inevitabile qualche promemoria.

La catalogazione delle notizie
La prima cosa che occorre saper fare è catalogare correttamente le notizie: quella relativa all’indagine sulla gestione dei bandi per la stagione teatrale non è una notizia “politica” ma è una notizia di “cronaca”. Se un sindaco viene arrestato è chiaro che ci sarà una ripercussione politica ma la notizia è l’arresto e quindi è una notizia di cronaca. Parimenti se si intende replicare o precisare qualcosa, va fatto sul terreno della cronaca. Si risponda sui quesiti dell’indagine, non sulle sue conseguenze politiche: c’è uno “staff” che aiuta il presidente sui bandi della cultura? Qualcuno di questo staff ha poi partecipato ai bandi per i finanziamenti? Ha vinto? C’è chi, a torto o a ragione, ha denunciato la gestione dei bandi alla magistratura e all’anticorruzione? Ci sono indagini della magistratura e dell’anticorruzione?
Tutto qui, le camarille e i lai della politica non hanno ragione di esserci. La dietrologia men che meno.

La comunicazione
Insegnava un maestro del giornalismo calabrese, il compianto Gigi Malafarina: «Se uno ti insulta la mamma, puoi picchiarlo o puoi far finta di non avere sentito. Quello che non puoi fare è rispondergli che ore sono». Se si decide di rispondere a una notizia di cronaca non puoi farlo gettandola in politica. E soprattutto, in regime di separazione tra indirizzo (competenza politica) e gestione (competenza burocratica), a rispondere deve essere chi ha gestito i bandi e non chi ha scelto come utilizzare le risorse. A meno che non si voglia confessare una pericolosa, oltre che illecita, commistione tra i due livelli.
Neanche il tempo di assistere all’evoluzione della vicenda e stendere questo editoriale che ecco la seconda terribile scivolata sul piano della comunicazione.

Canea e sondaggi
Davanti ad un sondaggio dai risultati devastanti per il quadro istituzionale regionale, evocare la canea e l’assedio diventa segno di pericolosa debolezza e di ridicola autoreferenzialità. Davanti ad un colosso dei sondaggi, come lo è Swg, peraltro apprezzata e utilizzata proprio dal Partito democratico che evidentemente ritiene tale istituto serio e affidabile, che senso ha porre l’accento sul committente?
Quando anche avremo dimostrato che chi ha chiesto il sondaggio non ama né il governatore né la sua giunta cosa otterremo? Sarà dura, oltre che legalmente pericoloso, tentare di minare la credibilità del sondaggio e del sondaggista facendo leva sugli interessi del committenti.

direttore@corrierecal.it

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