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Presidente Renzi venga a Crotone

Signor presidente,sono un cittadino italiano nato e vissuto a Crotone, città fondata dai Greci nel 720 a.C., nota alle cronache (stinte) per aver accolto il padre fondatore della matematica, tale P…

Pubblicato il: 03/10/2016 – 10:38

Signor presidente,
sono un cittadino italiano nato e vissuto a Crotone, città fondata dai Greci nel 720 a.C., nota alle cronache (stinte) per aver accolto il padre fondatore della matematica, tale Pitagora, o l’atleta più vigoroso di ogni era, tale Milone, o, ancora, un medico che non ricordiamo certo per un fertility day, tale Alcmeone.
Una città intraprendente, dinamica, contraddistinta da una lunga tradizione industriale (chimica, metallurgia e cellulosa, soprattutto) interrottasi circa trent’anni fa quando tutto il patrimonio imprenditoriale è scivolato verso la miseria. Ogni forma di produzione si è dissolta, umiliando e accantonando padri di famiglia, operai e tecnici, non di rado altamente specializzati (nella cura dei figli in primis).
Oggi, Crotone è una città di disoccupati, soprattutto adulti, visto che i più giovani son costretti a fuggire altrove quando nemmeno la pensione dei genitori è una buona forma di sostentamento.
I pochi giovani temerari che ancora resistono devono il pane quotidiano a un call center, fortemente rivendicato dal Presidente Prodi. E Prodi fu il secondo benefattore nel Novecento per il territorio crotonese. Il primo, a onor di cronaca e con imbarazzante dispiacere nell’ammetterlo, fu Benito Mussolini.
Eppure, le occasioni di sviluppo per questa città non sono certamente mancate, ma va riconosciuto come tanto la classe politica quanto, soprattutto, quella dirigenziale, non siano state capaci di coglierle, svezzarle e, magari, tramutarle in soldoni. Solo il buio universale in un groviglio di sospetti e ruberie ingombranti.
Crotone, la Milano del Sud fino a una manciata di anni fa, oggi è triste, imbruttita, impoverita, ultima in tutte le classifiche per qualità della vita e dintorni.
Tuttavia, Crotone potrebbe, da oggi, riemergere dalle secche della recessione, sfruttando, magari, la posizione geografica strategica o le sue indubbie bellezze naturali, culturali, climatiche. C’è comunque bisogno che qualcuno decreti in luogo di un esecutivo politico francamente inquietante.
Nel dettaglio, analizzando criticamente la situazione già accennata, viene fuori una limpida assenza di qualsivoglia via di collegamento che, conseguentemente, proibisce ogni ipotesi di sviluppo. Urge, mi creda Presidente, che il Suo Governo investa energie (e non solo) per riconnettere una città e una regione al resto d’Italia, dando al settore trasporti piena priorità. Lei non sa cosa significa bruciare chilometri su una strada, la SS106 o E90, che, di fatto, è una mulattiera ammodernata così da favorire il passaggio pure dei cani e delle vacche. Lei non sa, Presidente, che la stazione ferroviaria è un dormitorio in cui non passano nemmeno i treni a vapori.
L’aeroporto, invece, si appresta a chiudere: Ryanair ha deciso di puntare su altre rotte, i ricchi non fanno la carità ai pezzenti. Stessa sorte per il porto, oggi già parzialmente inagibile, dati i fondali non adeguati al traffico marittimo.
A conti fatti, ho forse sbagliato destinatario della mia missiva; avrei dovuto rivolgermi a qualche Santo anziché scomodare Lei, ma sono un inguaribile romantico e voglio rendere nelle Sue mani quelle capacità sfuggenti che son certo possono ingolosire e affascinare anche un fiorentino duro e puro.
Non sto qui a piangermi addosso, non sono un calabrese acchiappa-pietismi. Ho un’idea, idea vincente, per il mio territorio, sottoposta più volte alla precedente amministrazione locale, e che, pur avendo ottenuto il consenso della Commissione Ambiente, non ha scosso l’indifferenza dall’ex sindaco Vallone, suo uomo di partito (decida Lei se vantarsene o meno, qui è già “rottame”). Più precisamente, sono convinto di aver proposto un progetto in grado sia di risolvere il dramma ambientale (attualmente Crotone ha uno dei tassi di incidenza tumorale più alti al mondo, ma non è Taranto e non se ne parla), sia di far ripartire il commercio marittimo. Il progetto prevede banalmente la realizzazione di un porto commerciale al centro del Mediterraneo. Per realizzare ciò è indispensabile ricorrere alla stessa tecnica che i belgi hanno utilizzato per realizzare nuove banchine nel porto di Anversa e che, fatto importante, non ha gravato sulla società.
Non è un sogno, ma solida realtà, per dirla con uno slogan pubblicitario.
Le ricordo che ad Atene (Pireo) una società cinese sta realizzando un mega porto al fine di “annebbiare” quelli italiani. Non mi spiego perché non si possa giocare d’anticipo, ponendo Crotone e l’Italia tutta al centro del Mediterraneo, ruolo, tra l’altro, del tutto naturale.
Sarò sprezzante o temerario, scelga Lei, ma desidero fortemente spiegarLe i concetti basilari dell’idea progettuale su citata in un incontro viso a viso, di persona, accompagnati dall’ingegner Raffaele Iorio. Vorrei che Lei facesse qualcosa in più di Prodi per Crotone e, soprattutto, che qui nessuno abbia più tragici rigurgiti fascisti. Vorrei un presidente capace di rottamare gli incontri d’élite con imprenditori e affaristi, per avvicinarsi a noi umili sognatori. Un presidente del fare, non del promettere.
Io sono disposto a raggiungerLa a Roma, a Bangkok o sulla luna pur di incontrarLa, ma sarei ancor più felice se Lei mettesse piede a Crotone per saggiare il disagio coi suoi occhi. Da parte mia, posso solo promettere un buon pranzo e un bicchiere di vino a casa mia (ho una moglie che è una gran cuoca, #presidentestiasereno).
Infine, Le chiedo umilmente scusa per averLa distratta dieci minuti dai suoi impegni istituzionali, ma il mio pensiero va soprattutto ai tanti ragazzi che, non trovando lavoro, cercano espedienti tante troppe volte lontani dai canoni della normalità (droga, malvivenza, dolore).
Con forza, nonostante i Suoi innumerevoli impegni, Le rinnovo l’invito a voler visitare la mia città. Grazie.
Mio figlio ha riso sull’idea di inviarLe questa lettera, ma il mio desiderio sarebbe che alla fine riuscissi a ridere io.

*Rappresentante della Usb

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