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Cranio di Villella, "spunta" una discendente

MOTTA SANTA LUCIA Due volte conteso. L’ormai noto cranio del calabrese Giuseppe Villella, custodito nel museo “Cesare Lombroso” di Torino e conteso tra il museo stesso e il Comune di Motta Santa Lu…

Pubblicato il: 04/10/2016 – 14:54
Cranio di Villella, "spunta" una discendente

MOTTA SANTA LUCIA Due volte conteso. L’ormai noto cranio del calabrese Giuseppe Villella, custodito nel museo “Cesare Lombroso” di Torino e conteso tra il museo stesso e il Comune di Motta Santa Lucia, paese natale di Villella, è oggi conteso da un terzo pretendente, una signora di 90 anni che, tramite il proprio avvocato, ha dichiarato di essere la diretta discendente del pover’uomo morto nel 1864 nelle carceri lombarde. È avvenuto martedì in aula di corte d’appello a Catanzaro nel corso del processo che dovrà stabilire se il famoso cranio dovrà tornare in Calabria o restare nel museo che lo custodisce ormai da secoli.
Secondo il legale dell’anziana discendente, è alla parente di Villella che dovrebbero tornare i resti dell’uomo e non al Comune di Motta Santa Lucia. Il giudice si è riservato di decidere e ha rinviato l’udienza a nuova data.
Vissuto in povertà, morto col marchio di brigante nelle dure carceri lombarde, Giuseppe Villella era un pastore che si macchiò del furto di cinque ricotte, una forma di cacio, due pani e due capretti. Rinchiuso nel carcere di Pavia, qui trascorse i suoi ultimi anni, ucciso da tosse, tifo e diarrea scorbutica. I suoi parenti non richiesero il corpo perché troppo poveri per poter pagare viaggio e sepoltura. Il suo corpo finì nelle mai del medico e antropologo piemontese Cesare Lombroso, acceso sostenitore della frenologia e della teoria del “criminale per nascita” a causa di particolari anomalie del cervello. Nel cranio di Villella, Lombroso si convinse di avere trovato la famosa fossetta occipitale, fonte del comportamento criminale. Il cranio del falso brigante venne esposto nel museo che Lombroso creò per avallare le sue teorie. Teorie, ormai superate, che vengono anche tacciate di studiato antimeridionalismo.
La battaglia legale perché il cranio ritorni in Calabria è stata vinta in primo grado dal Comune di Motta Santa Lucia. In appello è ancora tutto da giocare. La vicenda è stata addirittura oggetto di un consiglio comunale a Torino.
E la storia di Giuseppe Villella è stata raccontata nel libro dell’antropologa Maria Teresa Milicia, “Lombroso e il brigante”.
Dopo una vita di stenti e una morte infelice, Giuseppe Villella è divenuto famoso e conteso. E oggi scendono in campo anche i discendenti.

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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