LAMEZIA TERME Anche quest’anno, come di consueto nel periodo autunnale, ritorna #manifestiamoci, il laboratorio di lettura nei parchi e nei centri storici cittadini ideato due anni fa dai blogger lametini di Manifest. per «una ricerca spontanea – spiegano gli stessi organizzatori – verso la condivisione ed il confronto sulle tematiche più disparate». La parola chiave scelta quest’anno è “urgenza” ed ha a che fare con la capacità di guardarsi bene intorno: «La nostra contingenza ci costringe ad un presente complesso, sul quale siamo in dovere di porci continue domande».
Il laboratorio è aperto a tutti, è gratuito, e ha come unico obiettivo stimolare le nuove generazioni alla “lettura”, non solo dei testi scritti, ma anche del “circostante”. La scelta di “occupare” uno spazio urbano non è infatti casuale, ma prende spunto dall’idea di riappropriazione dei luoghi, in una visione d’insieme che esplora i diversi volti della cultura e dell’impegno sociale. “Manifestiamoci” vuol dire proprio questo. Significa prender coscienza del proprio ruolo nei propri spazi. E i libri diventano di volta in volta i motori veicolanti di dibattiti, discussioni, ma anche di semplici momenti di riflessione personale e collettiva.
«Abbiamo pensato a 2 primi incontri, nel mese di ottobre, il primo dei quali fissato per sabato 8 ottobre ore 15.30 sul prato verde del Parco Impastato – scrivono in una nota stampa i ragazzi del Collettivo –. Il tema verte sulla questione drammatica della violenza di genere, femminicidio, cyber bullismo e tutta la discussione sociale delle recenti settimane, ispirata dai fatti di Melito Porto Salvo come Rimini e Napoli. Il tentativo è quello di svestirci ancora una volta di titubanze, scetticismi e luoghi comuni, di metter giù la maschera e toccare con mano uno dei tantiproblemi che attanaglia il nostro presente, in modo particolare la nostra terra, ancorata a una visione maschilista, a una mentalità per certi versi atavica, amplificata all’ennesima potenza dai media. Anche l’uso esasperato e incontrollato dei social network contribuisce a una spersonalizzazione di vittime e carnefici e spinge a una riflessione più approfondita sui rapporti umani».
x
x