COSENZA Erano accusati di estorsione ai danni di un imprenditore. Il Tribunale di Cosenza li condanna ma riqualificando la pena. Il presidente del collegio Enrico Di Dedda (a latere Giusi Ianni e Angela Lucia Marletta) ha condannato Salvatore Mirabelli (2 anni e 4 mesi di reclusione); Tonino Ferretti (8 mesi) e Luciano Iaquinta (4 mesi) che furono arrestati nel 2014 per una presunta estorsione che si sarebbe consumata a Bisignano ai danni di un imprenditore di Torano Castello attivo nel settore alimentare. Le indagini della Compagnia di Rende partirono dalla denuncia della vittima che raccontò le presunte pressioni ricevute per saldare un debito con Ferretti che, a sua volta, si sarebbe rivolto a Mirabelli per risolvere la questione.
L’attività investigativa è stata supportata da una serie di intercettazioni che per la pubblica accusa avrebbero dimostrato la colpevolezza dei tre imputati. Il collegio difensivo è riuscito a dimostrare come Ferretti (difeso dagli avvocati Antonio Quintieri e Antonio Ingrosso) fosse realmente creditore della persona offesa della somma di 3mila euro. Salvatore Mirabelli (difeso dagli avvocati Guido Siciliano e Filippo Cinnante) è stato condannato a 2 anni e 4 mesi per concorso in esercizio arbitrario delle proprie ragioni e tentata estorsione.
L’episodio contestato risale al 22 settembre del 2014: secondo l’accusa l’imputato pretendeva i soldi o di convertire il denaro in salumi e formaggi per la sua nuova attività commerciale che, come riferito dall’avvocato Siciliano, acquistò in un secondo momento. Nel corso della requisitoria il pubblico ministero Giuseppe Visconti aveva chiesto 6 anni di carcere per Mirabelli, 3 anni e 8 mesi per Ferretti e 3 anni e 4 mesi per Iaquinta (difeso dagli avvocati Franz Caruso e Giovanni Ferrari). Gli avvocati Siciliano e Cinnante annunciano ricorso in appello per Mirabelli.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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