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Catanzaro, i candidati del Pd a Barbanti: «La “linea Bruno” è la nostra linea»

CATANZARO Continuano a suscitare reazione nel mondo politica catanzarese le dichiarazioni che il deputato del Pd Sebastiano Barbanti ha inviato al Corriere della Calabria.«La “linea Bruno”, come la…

Pubblicato il: 07/10/2016 – 14:52
Catanzaro, i candidati del Pd a Barbanti: «La “linea Bruno” è la nostra linea»

CATANZARO Continuano a suscitare reazione nel mondo politica catanzarese le dichiarazioni che il deputato del Pd Sebastiano Barbanti ha inviato al Corriere della Calabria.
«La “linea Bruno”, come la definisce Sebastiano Barbanti, è la nostra linea. Infatti, noi candidati iscritti al Pd della lista “Insieme per la Provincia” condividiamo il lavoro politico e amministrativo messo in campo in questi anni dal consiglio provinciale di Catanzaro che interpreta in maniera corretta la legge di riforma Delrio. Siamo militanti, amministratori ad ogni livello nel territorio provinciale, che hanno attuato radicamento e capacità di ascolto, come più volte sostenuto dal segretario regionale Magorno, dalla direzione nazionale e dal nostro segretario Matteo Renzi». È quanto dichiarano Elisabeth Sacco, Giovanni Costanzo, Davide Zicchinella, Francesco Severino, Pantaleone Pisano, Riccardo Bruno e Roberto Guerriero, candidati Pd nella lista “Insieme per la Provincia” per il rinnovo del consiglio provinciale di Catanzaro del prossimo 23 ottobre.
«Siamo a dir poco sorpresi – proseguono – del fatto che l’on. Barbanti sia diventato l’unico alleato strategico del centrodestra di Catanzaro e del suo mentore, Tallini. Infatti, da qualche giorno l’attività principale di Barbanti è diventata quella di attaccare figure istituzionali che fanno capo al Pd calabrese e sono impegnate a costruire quel modello di buona amministrazione di cui la Calabria ha bisogno. Ricordiamo che il progetto politico-amministrativo messo in campo nella Provincia di Catanzaro è stato realizzato attuando correttamente la legge Delrio che individua nel consiglio provinciale un organismo collegiale. Anche per questo, in una fase di profonda trasformazione del sistema delle autonomie locali, siamo riusciti a garantire l’erogazione dei servizi fondamentali ai cittadini e il mantenimento dei livelli occupazionali, cosa per nulla scontata. In questo nuovo, difficile e complesso contesto istituzionale e finanziario, con una oculata e responsabile programmazione politica e gestionale, derivante dalla capacità del Consiglio provinciale su input del presidente Bruno di trovare unanimemente le migliori soluzioni possibili, siamo stati capaci di garantire ai cittadini l’erogazione sia dei servizi fondamentali nelle quattro funzioni di nostra competenza (Viabilità, Edilizia scolastica, Ambiente e Trasporti) che delle funzioni residuali. Il merito – concludono i candidati dem di “Insieme per la Provincia” – è del presidente della Provincia di Catanzaro che, oltre a lavorare da missionario come tutti i consiglieri provinciali uscenti, ha saputo costruire le condizioni per quella governabilità del territorio che le altre Province vorrebbero tanto poter garantire ai propri cittadini, privati di servizi essenziali, e ai propri dipendenti, da mesi senza stipendio. È dei problemi della gente e della loro risoluzione che bisognerebbe parlare e non di strumentalizzazioni interne alimentate a mestiere».
Dall’altra sponda politica a commentare l’uscita di Barbanti sono Domenico Tallini e Ivan Cardamone, delegati presentatori della lista “Centrodestra per la Provincia di Catanzaro”: «Ringraziamo il deputato Sebastiano Barbanti per aver voluto esprimere una posizione di estrema chiarezza rispetto alla lista confezionata da Enzo Bruno per il rinnovo del consiglio provinciale di Catanzaro. Una lista che rappresenta il trionfo del trasformismo, poiché contiene al suo interno personaggi provenienti dalle più diverse esperienze politiche, che condividono soltanto ambizione personale e ansia da gestione del potere. Una coalizione che noi avevamo definito un’accozzaglia, e che l’onorevole Barbanti, ancora più severamente, ha paragonato ad un caravanserraglio. A nulla vale la nobile interpretazione dello spirito della legge scritta da Delrio, il ministro che ha smantellato le Province, ma che Bruno e i suoi accoliti nel momento del bisogno invocano come la Sibilla Cumana. La cooperazione istituzionale, infatti, non può essere intesa in contrapposizione con la chiarezza politica. Qui non si discute – aggiungono Tallini e Cardamone – la collaborazione nell’interesse dei cittadini e nel rispetto dei ruoli di ciascuno, ma la creazione di una unica lista espressione di un clamoroso inciucio, in cui l’interesse servito è quello personale di Enzo Bruno, interessato a restare a galla fino alle prossime Politiche, e di qualche aspirante consigliere». «Non è il centrodestra, è lo stesso Barbanti a leggere questa operazione come una mera difesa di rendite di posizione personali. L’on. Barbanti ha espresso una posizione chiara di non condivisione della politica delle alleanze portata avanti da Bruno, che di fatto è responsabile provinciale del partito. Avevamo ingenuamente auspicato un cambio di rotta da parte del Partito democratico, affinché dopo l’esperienza delle regionali decidesse di intraprendere la strada della moralizzazione della politica, rifiutando, come abbiamo fatto noi, i trasformisti e i voltagabbana. Invece ancora una volta vengono premiati coloro che non esitano a cambiare casacca in cambio di qualche prebenda o riconoscimento personale. Adesso – concludono Tallini e Cardamone – speriamo almeno che i dirigenti regionali e consiglieri regionali catanzaresi del Partito Democratico, come Veltri e Ciconte, escano dall’imbarazzo ed esprimano pubblicamente la loro posizione, dando un indirizzo chiaro agli amministratori di centrosinistra che il 23 ottobre dovranno scegliere se sostenere o meno la lista di Enzo Bruno».

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