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Legambiente alla Regione: i nostri rilievi non sono fuorvianti

Dal presidente di Legambiente Calabria Francesco Falcone riceviamo e pubblichiamo:   Nella risposta del direttore generale a Legambiente sul Piano regionale sul rifiuti cogliamo la volont…

Pubblicato il: 08/10/2016 – 15:07
Legambiente alla Regione: i nostri rilievi non sono fuorvianti

Dal presidente di Legambiente Calabria Francesco Falcone riceviamo e pubblichiamo:  

Nella risposta del direttore generale a Legambiente sul Piano regionale sul rifiuti cogliamo la volontà della Regione di voler continuare a confrontarsi su aspetti e azioni importanti per la nostra terra, perciò vogliamo cogliere come un fatto positivo questa discussione.
Le osservazione al Piano regionale dei rifiuti presentate da Legambiente, non sono affatto riferite alla versione preliminare di Piano risalente al gennaio 2016, ma fanno riferimento alla versione definitiva, datata luglio 2016 e sottoposta a consultazione pubblica.
Nessun inganno abbiamo subìto e non ci siamo sbagliati nell’analizzare la documentazione seppur, nella medesima pagina web del dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria, sono riportate, sia la delibera di giunta di febbraio che di luglio 2016.
Proprio perché interessati alla consultazione pubblica della Valutazione ambientale strategica (Vas) abbiamo presentato ufficialmente le nostre osservazioni.
Abbiamo preso visione del Piano, ma abbiamo anche constatato il copia-incolla con il precedente Piano e le Linee guida al Piano regionale dei rifiuti sul quale ci siamo confrontati con il presidente Oliverio e lo stesso direttore generale e abbiamo presentato le osservazioni alla Commissione consiliare regionale competente. Vogliamo rassicurare il direttore generale, la giunta e il consiglio regionale che i rilievi posti non sono fuorvianti ma sono invece aderenti alla documentazione oggetto della consultazione pubblica. Non vogliamo ingaggiare un confronto solo tecnico con la Regione, ma soprattutto un confronto sull’indirizzo politico del Piano che le scelte tecniche devono correttamente indirizzare.
Certamente poniamo la questione dell’analisi dei dati di partenza, riferiti nel Piano al 2014, mentre, sono e sarebbero dovuti già essere disponibili i dati del 2015. Ci viene riconosciuto che è vero che i Comuni hanno l’obbligo di presentare, presso le Camere di commercio, il Modello unico ambientale (Mud) entro il 30 aprile dell’anno successivo a quello di produzione dei rifiuti ma, e lo sappiamo bene, che i dati delle dichiarazioni Mud devono essere verificati e rielaborati da un soggetto terzo a ciò preposto, Ispra e Arpacal a livello regionale. Ma ci chiediamo ancora come può la Regione non sapere attraverso gli Uffici preposti quali e quanti rifiuti vengono trattati negli impianti pubblici e in quelli privati dichiarati pubblici? E l’Arpacal – ente strumentale della Regione Calabria – che fa? Riteniamo necessario riferirsi a dati aggiornati, in quanto il sistema della raccolta differenziata in Calabria è in evoluzione. Nel 2015 quasi la metà dei Comuni o Consorzi di Comuni calabresi hanno effettuato la raccolta dell’umido.
Il nostro obiettivo non è quello di far polemica gratuita o semplicemente criticare, ma proporre ed evidenziare le cose che non ci convincono. Chiediamo con forza il rispetto della legalità e la fine di ogni spreco di risorse economiche o altro Come abbiamo detto durante la nostra conferenza stampa Legambiente vuole continuare ad avere fiducia nelle istituzioni ma non per questo siamo disponibili a fare sconti a nessuno. Il nostro obiettivo è sempre quello di fare l’interesse dell’ambiente e della della Calabria. 

Quale soggetto portatore di interessi diffusi e collettivi e secondo lo spirito della legge n. 241/1990 abbiamo interesse a contribuire e ad apportare al procedimento amministrativo quella collaborazione necessaria a facilitare la partecipazione dei cittadini alle scelte che compie la Regione in campo ambientale, per raccogliere quante più informazioni possibili e per avere un quadro completo al fine di non arrecare un pregiudizio alla collettività nella fase di perfezionamento della decisione tecnico-politica. È lo stesso Piano che evidenzia e scrive nero su bianco delle criticità; non può essere colpa di chi evidenzia quanto è stato scritto averle evidenziate e sottoposte a valutazione critica. Siamo convinti che averlo fatto non ci abbia permesso di avere avuto spazio nei media, ma di aver posto l’Istituzione Regionale nelle condizioni di porre rimedio a una situazione che da troppo tempo si trascina innanzi senza trovare gli sbocchi che la stessa politica regionale auspica. Ci preoccupa invece che vi siano tante e tali discordanze tra i dati di produzione dei Mud dei Comuni, dei Mud dei gestori dei servizi di raccolta e di quelli dell’ufficio regionale preposto, relativi ai gestori degli impianti di trattamento finale. Abbiamo letto e studiato la Dgr n. 296 del luglio 2016 che approva il “Piano di Azione per il potenziamento della raccolta differenziata”, prevedendo l’utilizzo di ben 36 milioni di euro dei fondi della programmazione comunitaria 2014-2020, per contributi ai Comuni più popolosi e con maggiori ritardi nella raccolta differenziata, con la possibilità di incrementare la dotazione finanziaria di ulteriori 20 milioni, a seguito di prossima riprogrammazione delle risorse del Por Calabria Fesr; le azioni che concorrono all’Obiettivo sono rivolte al sostegno finanziario di interventi previsti nel Programma di Prevenzione, alla promozione della diffusione di pratiche di compostaggio domestico e di comunità, all’incentivazione delle raccolte differenziate, alla realizzazione degli impianti di trattamento e recupero, utili alla chiusura del ciclo di gestione, realizzati sulla base dei principi di autosufficienza, prossimità territoriale e minimizzazione degli impatti ambientali che non trovano corrispondenza con la previsione degli eco-distretti e con quanto dettagliato nel piano delle risorse pari ad oltre 500 milioni di euro. Così come abbiamo letto e studiato la Dgr n. 239 del giugno 2016 che approva “Linee Guida per il potenziamento della raccolta differenziata nella Regione Calabria”, e che indirizza i Comuni su modelli domiciliari di raccolta, del tipo “porta a porta”.
Il Piano non dice, però, in modo chiaro che la raccolta differenziata deve essere domiciliare porta a porta. Ci siamo riletti la Dgr n. 296 del luglio 2016 con gli allegati che approva il “Piano di Azione per il potenziamento della raccolta differenziata”, e non siamo riusciti a trovare questa indicazione.
Ci siamo anche riletti la Dgr n. 239 del giugno 2016, con gli allegati, che approva “Linee Guida per il potenziamento della raccolta differenziata nella Regione Calabria” in essa si accenna alla economicità della raccolta differenziata porta a porta rispetto al sistema stradale, ma poi si parla di tariffazione puntuale stradale e tariffazione puntuale porta a porta. E per chiarire che i comuni possono fare come vogliono a pag. 5 delle Linee guida per il potenziamento della raccolta differenziata (Burc n. 79 del 22 luglio 2016) specifica “Il modello di riferimento per lo sviluppo dei servizi ai fini del conseguimento di obiettivi elevati di raccolta differenziata deve opportunamente basarsi sul sistema di “raccolta differenziata integrata” ed aggiunge che “Le indicazioni fornite con il presente documento sono valide anche per lo svolgimento del servizio in ambiti di raccolta ottimale, conseguenti all’applicazione della Legge regionale n. 14/2014”. Anche il PRGR fa la stessa cosa a pag. 85 dice 1incentivazione e supporto ai Comuni per la realizzazione di sistemi di raccolta differenziata efficaci ed efficienti (privilegiando il porta a porta)», e a pag. 136 afferma invece «Tuttavia non si escludono altre possibili forme di raccolta differenziata che, fermo restando il rispetto degli obiettivi fissati dalla presente pianificazione, consent
ano di perseguire condizioni di risparmio introducendo modalità di raccolta meno dispendiose valutate in relazione alle specifiche condizioni operative di riferimento». 
Allora si scelga delle due l’una: o la raccolta differenziata spinta “porta a porta” o la “raccolta differenziata integrata”, noi propendiamo ovviamente per la prima.
In ordine poi all’organizzazione del servizio, è pertinente il nostro richiamo alla delimitazione geografica degli Aro che coincide con quelle delle società miste, ormai fallite. La legge regionale di riordino del settore, la n. 14 del 2014, introduce gli Aro, quali ambiti geografici e territoriali, nei quali organizzare le fasi relative alla raccolta e al trasporto. Lo stesso direttore generale riconosce che tali ambiti geografici coincidono con le aree di raccolta individuate dal commissario delegato, proprio questo è quello che ci preoccupa per le considerazioni espresse. Se il governo di tutta la filiera (raccolta, trasporto e trattamento), per come prescritto dalla Legge, spetta solo ai Comuni, che la legge regionale definisce “Comunità d’ambito”, perché la Regione dà tale delimitazione geografica coincidente con i sub ambito della gestione commissariale e delle società miste? A tal proposito si allegano le tabelle da noi rese pubbliche con quelle previste nel PRGR, da cui si evince in maniera chiara ed inequivocabile la coincidenza di ambiti territoriali e Comuni interessati con la definizione delle società miste della fase commissariale. Abbiamo evidenziato tale aspetto perché quell’impostazione non ha funzionato col commissariamento e non si vede come possa funzionare nel futuro. Si riportano le due schede di riferimento. Non è per nulla errata l’affermazione che circa un terzo dei Rur (rifiuti urbani residui) è smaltito in assenza di trattamento e non abbiamo intrepretato male quanto riportato nel Piano, attualizzando inopinatamente una situazione oramai da tempo superata. Infatti si veda a tal proposito, e gli uffici preposti informino correttamente e puntualmente la loro struttura dirigenziale ed i decisosi politici, quanto in effetti è scritto nel Piano a pag. 65 – come, peraltro, anche a pag. 10 delle Linee guida per il potenziamento della raccolta differenziata (Burc n. 79 del 22 Luglio 2016.

*presidente Legambiente Calabria 

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