REGGIO CALABRIA Paolo Romeo e Giorgio De Stefano avrebbero fatto carriera in politica grazie ai loro legami con la ‘ndrangheta. È a partire da questa premessa che il Tribunale del riesame di Reggio ha confermato la custodia cautelare in carcere per i due avvocati indagati nell’inchiesta Mammasantissima assieme al senatore Antonio Caridi e all’ex sottosegretario regionale Alberto Sarra.
Nelle motivazioni della decisione si afferma che la capacità di Caridi di «fare politica» veniva piegata «alle esigenze della direzione strategica della ‘ndrangheta, incarnata da Paolo Romeo e da Giorgio De Stefano».
Uno dei dominus dell’intero sistema, secondo gli inquirenti, era proprio l’ex deputato Romeo, «essendo stato non soltanto l’uomo che provvedeva a individuare liste e candidati da presentare ma anche quello in grado di condizionare l’amministrazione e di imporre ogni passaggio necessario agli scopi per cui agiva».
Una posizione preminente sarebbe stata anche quella di Sarra, il cui coinvolgimento nelle dinamiche criminali «emerge in modo chiaro ed evidente», come dimostrano le intercettazioni, le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e gli accertamenti di polizia giudiziaria.
In particolare, l’ex sottosegretario del governo Scopelliti rappresenta «uno strumento esecutivo» della ‘ndrangheta. Romeo e De Stefano «si sono avvalsi» di lui «per infiltrare, rectius occupare, le istituzioni pubbliche locali».
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