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I sindacati: «Con Oliverio Regione ferma da due anni»

LAMEZIA TERME La crisi calabrese, secondo Cgil, Cisl e Uil è «economica, sociale, etica e morale». E i dati economici e sociali che rappresentano la regione impongono di «dare respiro alla vertenza…

Pubblicato il: 11/10/2016 – 15:24
I sindacati: «Con Oliverio Regione ferma da due anni»

LAMEZIA TERME La crisi calabrese, secondo Cgil, Cisl e Uil è «economica, sociale, etica e morale». E i dati economici e sociali che rappresentano la regione impongono di «dare respiro alla vertenza regionale con un apposito confronto con governo regionale e nazionale». In mancanza di risposte sui temi cardine, l’autunno si riscalderà con una mobilitazione che potrebbe arrivare a novembre. Per i sindacati qualche responsabilità c’è ed è da addebitare alla giunta Oliverio, la cui azione «sino a oggi è stata del tutto insufficiente a soddisfare le richieste avanzate dal sindacato confederale rispetto a tutte le vertenze a partire dal lavoro per proseguire su sviluppo e crescita. Due anni di fermo che necessitano un radicale cambio di rotta sul piano del metodo e del merito».
Anche il governo Renzi segna il passo: «Le politiche del masterplan per il Mezzogiorno e dei Patti per il Sud sono ferme ai soli annunci e titoli iniziali. Inoltre il governo centrale continua a ingenerare confusione diffusa verso l’opinione pubblica e i cittadini calabresi su opere pubbliche che non trovano riscontri negli investimenti effettivi e nella decretazione Cipe. Anzi, viceversa, si assiste a definanziamenti e riduzioni o tagli su investimenti già programmati come la Salerno-Reggio Calabria che non verrà realmente completata o sulla Ss 106 ridotta e ferma a nord della Calabria».

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Una politica da fermare, perché «alla Calabria servono investimenti pubblici immediati per creare sviluppo, crescita, lavoro, per fermare la fuga dei giovani e di intere famiglie».
E la regione «non può aspettare la programmazione comunitaria, anche perché incapace di fare spesa, avvolta da una burocrazia e una classe dirigente che negli anni hanno dimostrato lacune e inefficienze, così come denunciato anche in questi giorni dalla Commissione europea».
«Non si può continuare a fare spesa con interventi parcellizzati e minimi che hanno un respiro localistico – scrivono Cgil, Cisl e Uil – e molte volte sono preda di apparati illeciti e criminogeni, favorendo il sistema clientelare ed il voto di scambio. Occorre una visione su grandi progetti, un piano regionale per il lavoro a favore dei giovani, donne, precari, disoccupati. Un piano regionale che favorisca la messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico e sismico con un soggetto attuatore unico per tutta la Calabria e più facile da monitorare».
La logistica, per i sindacati, è un altro ambito sul quale è necessario imprimere una svolta: «Il governo nazionale deve dire con chiarezza cosa vuole fare del Porto di Gioia Tauro, della zona economica speciale che rischia di scomparire e dell’area retroportuale. Cgil Cisl Uil Calabria non accetteranno di perdere posti di lavoro in quell’area e si batteranno perché i destini del porto di Gioia non vengano decisi dai privati. La Calabria ha bisogno di un piano infrastrutturale sulla legalità con investimenti su scuola, università, cultura, con finanziamenti certi per rendere esigibile la legge regionale sul diritto allo studio, sul tempo pieno, sulla formazione ed investimenti dei centri di ricerca con sostegno economico alle famiglie e agli studenti. Occorre inoltre un piano di investimenti, uomini e mezzi per rafforzare gli organici della Magistratura, dell’area investigativa, delle forze dell’ordine per un piano nazionale di sicurezza ed ordine pubblico contro la ‘ndrangheta.
La Calabria necessita di investimenti per le politiche di accoglienza, per il recupero dei centri storici e delle unità abitative con un piano casa che riguardi tutti i cittadini calabresi».
Cgil, Cisl e Uil sono «preoccupate per le politiche della salute a oggi mancate sia da parte della Regione che da parte dei commissari sul varo di un progetto concreto sul Sistema sanitario regionale. Le condizioni attuali della sanità calabrese sono caratterizzate da tagli dei livelli essenziali di assistenza, migrazione sanitaria e depauperamento della rete ospedaliera regionale e della medicina del territorio».
La vertenza Calabria deve diventare «una vera e propria emergenza e vertenza di carattere nazionale. Gli indicatori economici e sociali relegano la Calabria negli ultimi posti dei paesi europei, occorre uno scatto di orgoglio dei calabresi. Occorrono politiche attive per il lavoro per una regione che oramai conta il 45% della popolazione non attiva e anziana».
Il quadro è a tinte fosche. E le prime, ancorché parziali, risposte sono attese nei prossimi giorni. si tratta di «appuntamenti importanti: il finanziamento per i lavoratori forestali legato a una riforma del settore che valorizzi le professionalità presenti e favorisca il ricambio generazionale e quello per gli Lsu e Lpu, al fine di completare il percorso di stabilizzazione. Nel frattempo parteciperemo al confronto tematico con la giunta regionale provando a disegnare un quadro di proposte per il lavoro e lo sviluppo. Ma la giunta regionale dovrà fare la sua parte coinvolgendo sistematicamente il partenariato economico e sociale e dando concretezza ai tavoli di confronto avviati di recente sui temi del Lavoro, dell’Innovazione, della Crescita, dello Sviluppo, del Welfare e Salute, del sistema del credito, della mobilità locale e regionale, del ciclo integrato delle acque, depurazione e rifiuti, difesa del suolo e Protezione civile, delle Riforme istituzionali ed enti strumentali, della Legalità». «I calabresi – scrivono Cgil, Cisl e Uil, che hanno chiesto un confronto con la deputazione calabrese – attendono risposte certe e il tempo delle attese è superato. In assenza di tutto ciò entro il mese di novembre il ricorso alla mobilitazione, anche in tempi brevi, sarà inevitabile».

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