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Cosa c'è dietro lo scontro all'Unical

RENDE Tutto ha delle conseguenze. Certamente sotto traccia (è sempre così quando si tratta dell’Unical), magari paludate, ma pur sempre conseguenze.Lo scontro virtuale (e durissimo) tra i professor…

Pubblicato il: 12/10/2016 – 10:15
Cosa c'è dietro lo scontro all'Unical

RENDE Tutto ha delle conseguenze. Certamente sotto traccia (è sempre così quando si tratta dell’Unical), magari paludate, ma pur sempre conseguenze.
Lo scontro virtuale (e durissimo) tra i professori Pasquale Versace e Raffaele Perrelli ha stimolato il dibattito sulla rete intranet dell’ateneo. Mercurio – così si chiama – è messaggero di spaccature e considerazioni che non fanno apparire l’università molto diversa da quello che potrebbe sembrare un partito dilaniato dalle divisioni interne. La raccolta del materiale è merito della pagina facebook “Unical 2020” e restituisce un quadro, necessariamente parziale ma significativo, del clima che si respira tra i cubi. Un clima nel quale, al di là delle tensioni, si fanno strada domande e considerazioni sul futuro dell’università. Su cosa sia (e sarebbe potuta essere) l’Unical e su cosa può (e vuole) diventare.

IL «VE L’AVEVO DETTO» DI MAIOLO Mario Maiolo commenta con una sorta di “ve lo avevo detto” la crisi di Arcavacata. Si aggancia alla lettera con la quale Versace annuncia il proprio pensionamento (e bolla lo scontro nella maggioranza che sosteneva il rettore Gino Crisci come una lotta per la spartizione del potere) e spiega: «Le considerazioni sugli avvenimenti di questi giorni e sulla vita dell’università, contenute nella lettera odierna con la quale il professor Versace ci saluta, sono molto simili a quelle che io feci, sempre qui su Mercurio, in occasione dell’ufficializzazione delle candidature alla carica di rettore: tutto tristemente previsto». L’incursione di Maiolo, ex assessore regionale in quota Pd, fu considerata all’epoca «una indebita ingerenza». Ma per lui il quadro è chiaro: «Si sta verificando tutto ciò che era prevedibile, le imboscate, i toni sgradevoli nell’esasperare le negatività, comprese le capriole con triplo avvitamento nel cambio di posizione di presunti paladini del cambiamento, dell’innovazione, solo nella speranza e nella ricerca ossessiva di visibilità, ruoli, tornaconti personali e di gruppo». Infine l’invito: «Che sia l’Università a continuare a cambiare e far progredire la Calabria e che non sia la peggiore Calabria a cambiare la nostra Università».

ROSSI “VOTA” CRISCI Da un ex assessore all’attuale assessore Francesco Rossi, titolare della delega regionale all’Urbanistica. Il tecnico prestato alla politica si schiera dalla parte di Versace («condivido in pieno il contenuto della lettera e ti ringrazio per averla scritta») ma, soprattuto, si mette accanto a Crisci. «Dal mio osservatorio regionale – scrive – posso solo testimoniare l’importante lavoro che il nostro rettore sta portando avanti per rilanciare l’Unical sia sul piano scientifico che culturale. Sarebbe molto più utile accompagnarlo e sostenerlo anche criticamente».

DUE GENERAZIONI I ringraziamenti a Versace arrivano dalla “vecchia guardia”, dai docenti che hanno attraversato tutte le fasi della vita dell’ateneo. Piero Gagliardo, che vive nell’ateneo dal 1974 e ha insegnato «a migliaia di studenti a Scienze naturali, a Lettere, a Economia e ora a Ingegneria» definisce «cattiva e certamente poco diplomatica» la lettera di Perrelli. Guido Danieli, che andrà in pensione a giorni come Versace, ne sottoscrive «in toto» le argomentazioni. E introduce quello che, secondo una parte degli osservatori, è il vero argomento: «Pensare che questa università potrebbe passare da essere uno dei fiori all’occhiello del Sud, quale era, a teaching university mi rattrista molto, e dobbiamo reagire, anche se ormai da fuori». Il campione è poco significativo, ma pare che lo scontro sia tra due generazioni di docenti. Quelli che hanno “fatto” l’università e i più giovani, che la erediteranno per gestirla.

I DUE MODELLI Ma è soprattutto uno scontro di visioni e di prospettive quello che Riccardo Barberi, ex direttore del dipartimento di Fisica, cerca di far emergere nel proprio contributo. La premessa è che «il vaso di Pandora del nostro ateneo è scoperchiato, ora bisogna lavorare per mettere ordine nei venti maligni che si sono scatenati». Barberi cerca di fare luce sulla base dello scontro e sulle domande che si pongono davanti alla comunità universitaria. Una per tutte: «Vogliamo un’università che si organizza per dividere le sempre più misere risorse interne o un’università che compete per attrarre nuove risorse?». È questo «lo snodo» per il docente che si è occupato di ricerca e innovazione per l’ateneo. Dalla risposta a questa domanda può nascere il prossimo modello gestionale, «la teaching university o la research university, il modello di governo per gruppi più o meno ristretti o l’apertura e la trasparenza come modalità per competere meglio come ateneo nella realtà in cui dobbiamo comunque navigare». Da questa scelta, più che dalle polemiche e dalle lotte più o meno sotterranee di potere, passa il futuro dell’ateneo. (ppp)

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