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«La Regione ha "buttato" tre milioni destinati a studenti e disabili»

CATANZARO Il bilancio 2015 della Regione Calabria è stato dichiarato parificato dalla sezione calabrese della Corte dei Conti. L’udienza, che si è tenuta nella mattina di giovedì a Catanzaro, è ser…

Pubblicato il: 13/10/2016 – 9:46
«La Regione ha "buttato" tre milioni destinati a studenti e disabili»

CATANZARO Il bilancio 2015 della Regione Calabria è stato dichiarato parificato dalla sezione calabrese della Corte dei Conti. L’udienza, che si è tenuta nella mattina di giovedì a Catanzaro, è servita alla Corte (presidente Tommaso Salamone, consigliere Massimo Balestrieri, referendari Michela Muti ed Elisabetta Usai, procuratore generale Rossella Scerbo) per mettere in evidenza alcune criticità nei conti della Regione, senza però negare la completa parificazione per il primo bilancio della giunta Oliverio. A dire il vero, la completa parificazione è subordinata alla correzione di un errore materiale di circa 228 milioni di euro che la Corte ha rilevato nei conti relativi all’indebitamento, errore su cui lo stesso governatore Mario Oliverio ha precisato ci sarà una immediata correzione.
Al netto della buona notizia per Oliverio e la sua giunta, la Corte non ha fatto mancare diversi rilievi negativi. A partire dal mancato impegno di fondi nazionali destinati al diritto allo studio e ai disabili. Secondo quando accertato dai magistrati contabili, la Regione non è riuscita a spendere 2 milioni 693mila euro. Dagli uffici regionali si specifica, tuttavia, che i fondi erano stati resi disponibili dallo Stato sotto la generica voce “welfare” rendendone così difficile la spesa proprio perché non era indicato l’utilizzo specifico: i soldi sono quindi rientrati a Roma perché, arrivati a novembre scorso, dal ministero non era ancora stata chiarita la destinazione.
Ma per comprendere quanto sia stata finora complessa e disorganizzata la macchina regionale, basta un solo esempio: i fondi regionali risultano vincolati per 116 milioni relativi a pignoramenti, di questi «una parte, non quantificabile, rimane presumibilmente vincolata nonostante l’estinzione della procedura esecutiva», scrivono i giudici, perché per la Regione «non risulta agevole individuare la cancelleria del giudice dell’esecuzione preso cui acquisire il verbale di estinzione della procedura». Inoltre, l’analisi contabile ha evidenziato duplicazione di pagamenti e assenza di comunicazioni da parte dei dipartimenti interessati e dei relativi decreti di debito fuori bilancio.
Sul punto, il governatore ha spiegato, nel corso della sua relazione: «Con la riorganizzazione della struttura burocratica della Regione, abbiamo istituito strutture ad hoc proprio sul tema dei debiti fuori bilancio affinché si riesca a sanare questa situazione. Inoltre, sempre grazie alla riorganizzazione, se un dirigente impegna l’amministrazione con debiti fuori bilancio ingiustificati, ne risponderà in termini di retribuzione di risultato, oltre che nelle forme e nei luoghi previsti dalla legge».

L’ERRORE MATERIALE Come detto, la parificazione del bilancio regionale è avvenuta ad esclusione della voce mutui e indebitamento dal momento che a fronte di una variazione in aumento alla voce “Mutui” pari a poco più di 100 milioni di euro, la Corte ha rilevato invece una variazione effettiva di 331 milioni di euro. Un disallineamento corposo che la Regione ha spiegato con il fatto che è stato «commesso un errore materiale nella compilazione del conto del patrimonio». Una “svista” da 228 milioni, insomma.

SPESA PER IL PERSONALE La Corte, nella sua analisi, ha rilevato come la Regione non abbia rispettato i vincoli sul taglio della spesa per il personale cosiddetto “flessibile”, quello cioè non a tempo indeterminato. Secondo la normativa, la Regione avrebbe dovuto tagliare del 50% la spesa sostenuta nel 2009, ma i numeri sono invece aumentati: per Lsu-Lpu, la spesa è aumentata da 39 a 44,5mln. Quasi vicina all’obiettivo, la riduzione di spesa per il Consiglio regionale: dagli 8,4mln del 2009 si è passati a 5,6mln, ma il dato aggregato è comunque negativo: la riduzione complessiva della spesa della Regione dal 2009 ad oggi è di poco più di 1,2mln di euro, anziché di almeno 26mln.

LE PARTECIPATE Il vero tallone d’Achille della Regione Calabria, neanche a dirlo, sono però le partecipate e gli enti strumentali, il vero buco nero dentro al quale negli anni sono finiti parecchi fondi regionali. La Corte dei Conti, tra i suoi rilievi, ha sottolineato come sussista una profonda mancanza di comunicazione tra gli enti subregionali, i dipartimenti della Regione e i suoi organi politici. Su otto società di capitale attive, nove in liquidazione e tre sottoposte a procedura fallimentare (per un valore totale di 46mln di euro) che sono sotto il controllo della Regione, l’Ente è riuscito a produrre dati, per altro parziali, solo di quattro società, adducendo come giustificazione la difficoltà di reperimento delle necessarie informazioni presso le singole società, nonostante la sussistenza di normative che impongono specifiche comunicazioni dai dipartimenti regionali: «Enti strumentali e partecipate sono una questione cardine per la Regione – ha detto Oliverio nel corso della sua relazione -. Su questi, il cambio di passo di questa Giunta è attestato anche dal fatto che stiamo approvando ora dei documenti contabili relativi ad esercizi lontani nel tempo e mai sottoposti a verifica. L’azione di bonifica si è basata sull’uso sì esteso ma necessario del commissariamento che ha consentito di portare alla luce parecchie criticità che erano rimaste sommerse. Ma adesso è finita la stagione dei commissariamenti, la ristrutturazione di enti e fondazioni si dovrà basare sui principi cardine della riforma Madia: riqualificazione dei servizi erogati, sostenibilità economia-finanziari degli enti e la loro razionalizzazione. Questo processo è già in corso: abbiamo portato a termine l’accorpamento delle cinque Aterp provinciali e con la chiusura di fondazioni come “Field”, “Calabria Etica”, “Calabresi nel Mondo” e “Magna Graecia”, proprio quelle che hanno rappresentato il modello da non seguire».

L’ATERP DI VIBO Secondo la magistratura contabile, in cima alla graduatoria delle partecipate meno virtuose c’è l’Aterp di Vibo Valentia, con un aumento della spesa pari al 56,76%. A seguire l’Aterp di Cosenza (+44,64%), l’Ardis (+13,17), l’Aterp di Reggio Calabria (+7,78), l’Arsac (+1,63). Di contro, sono stati evidenziati i risultati positivi raggiunti da Arcea, Arpacal, Calabria Verde, Calabria Lavoro e Aterp di Crotone, tutti con una riduzione superiore al 10%. Leggermente inferiore il dato dell’Aterp di Catanzaro, con un meno 7,69%. La relazione ha evidenziato anche l’incremento della spesa per il personale, rispetto al 2014, relativa a Calabria Verde e, in tono minore, Aterp di Reggio Calabria e Catanzaro, mentre Calabria lavoro ha quasi raddoppiato questa voce per l’assorbimento del personale dell’Ardis. Il giudice ha sottolineato diverse inadempienze nel controllo e nella gestione delle società e degli enti strumentali della Regione, compresa la mancata pubblicazione dei compensi agli amministratori e agli organi di controllo delle società partecipate, mentre ha ribadito “un quadro problematico” rispetto alle perdite delle partecipate, «ancora caratterizzato da risultati di esercizio negativi (in alcuni casi fortemente)».

ROCCISANO: COLPA DELLA GIUNTA SCOPELLITI «È opportuno chiarire – ha precisato l’assessore al Welfare Federica Roccisano – che i fondi destinati agli studenti con disabilità e restituiti cui si fa riferimento nella relazione do accompagnamento al giudizio di parifica della corte dei conti, afferiscono al 2014 e che pertanto sono riconducibili alla responsabilità della precedente giunta regionale. Dal momento che la contabilizzazione avviene nel 2015, è oggi che emerge il dato in sede di rendicontazione 2015 ed è opportuno e utile che ciò emerga dal momento che stride in maniera evidente con l’impegno che insieme al presidente Oliverio e a tutta la giunta stiamo portando avanti a favore dell’inclusione scolastica e lavorativa dei soggetti con disabilità.
Se in precedenze si è stati distratti da altro e non si è preso in considerazione questo ambito, vuol d
ire che a noi spetta il compito di vigilare ancor di più affinché queste risorse e le altre destinate ai soggetti più deboli siano tutelate e spese in maniera opportuna, così come stiamo facendo»

LA RELAZIONE DI OLIVERIO «Nell’anno sottoposto a giudizio della Corte dei conti, la Regione Calabria ha dovuto affrontare importanti sfide di carattere sociale, economico e finanziario. Nonostante ciò anche nel 2015 siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi stabiliti oltre a dare attuazione alle disposizioni dettate in sede di giudizio di parifica dell’esercizio finanziario 2014 adottando le richieste misure conseguenziali». È quanto si legge nell’intervento del presidente della giunta regionale all’udienza per il giudizio di parificazione del rendiconto della Regione. «Grazie a un’azione sinergica, mi pare di poter affermare che è stato conseguito un obiettivo veramente sfidante – spiega Oliverio –, in quanto legato al raggiungimento del pareggio di bilancio riuscendo, nel contempo, a concedere spazi finanziari agli enti locali pari a oltre 46,6 milioni di euro attraverso l’attuazione del patto verticale incentivato. Consentitemi pero’ di non sottacere in questa sede lo sforzo profuso dall’amministrazione per recuperare, in misura rilevante, il disavanzo di amministrazione generatosi anche in sede di applicazione delle nuove regole contabili introdotte dal decreto legislativo 118 del 2011, come d’altra parte i notevoli sforzi effettuati al fine di riportare la gestione del personale, e i relativi costi, in una condizione di ordinaria normalità e di introdurre innovazioni di carattere straordinario da tempo attese in regione, quali quelle legate alla riorganizzazione della struttura burocratica regionale e alla riduzione de dirigenti, portati a 123. Un processo questo in cui non siamo stati da soli, ma sempre affiancati dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e per altro versi dagli organismi di controllo, dall’Oiv ai Revisori contabili».
«Inutile nascondere – ha detto ancora il governatore – che la strada da percorrere è ancora lunga e impervia ove si consideri che, come evidenziato anche da questa Sezione di controllo, non tutte le strutture regionali riescono a garantire la dovuta ed efficiente azione amministrativa sia nelle concrete attività loro assegnate che nei tempi di espletamento dei propri compiti. Inoltre, la Regione deve ancora affrontare gli adempimenti dell’esercizio 2016 che, come rilevato anche nelle linee guida dettate dalla Sezione delle autonomie con la delibera 9/2016, rappresenta il vero momento di prova per l’entrata a regime della riforma contabile per gli enti territoriali che hanno rinviato alcuni degli adempimenti richiesti all’armonizzazione quali l’affiancamento della contabilità economico patrimoniale a quella finanziaria, per garantire la rilevazione unitaria dei fatti gestionali e la predisposizione del bilancio consolidato».

VISCOMI: RISOLVEREMO PROBLEMI «L’esito positivo del giudizio di parifica del rendiconto generale della Regione conferma e rafforza la convinzione che una corretta gestione contabile è il presupposto inderogabile per l’attuazione delle politiche pubbliche di cui la Calabria ha bisogno». È questo il convincimento espresso dal vicepresidente e assessore al Bilancio Antonio Viscomi, che ha anche ricordato la valutazione positiva espressa sulla stabilità del bilancio regionale dall’agenzia internazionale di rating Fitch nel luglio di quest’anno e il prossimo impegno per la costruzione del bilancio consolidato dell’intero “gruppo pubblica amministrazione regionale”. «L’esito positivo della parifica» – ha dichiarato ancora Viscomi – «non impedisce certo di vedere le criticità segnalate dalla Sezione di controllo che la Regione assume e fa proprie in uno spirito di leale e proficua collaborazione per la tutela e la valorizzazione delle risorse pubbliche».

 

Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it