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Ricomincia la "caccia" al tesoro di Alarico

COSENZA Questa volta si inizia davvero. E non ci saranno stop da parte della Soprintendenza, perché il ministero dei Beni culturali parteciperà attivamente alla ricerca della tomba di Alarico. La s…

Pubblicato il: 13/10/2016 – 18:41
Ricomincia la "caccia" al tesoro di Alarico

COSENZA Questa volta si inizia davvero. E non ci saranno stop da parte della Soprintendenza, perché il ministero dei Beni culturali parteciperà attivamente alla ricerca della tomba di Alarico. La svolta è arrivata nelle scorse settimane: negli uffici che si occupano di archeologia, belle arti e paesaggio sono cambiati i vertici e parte dei dirigenti. Ed è stata risolta anche quella che il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto definisce l’«incomprensione» che aveva causato il blocco della macchina avviata dal Comune a caccia della leggenda. Tutto pronto o quasi. E oggi il settimanale Sette, del Corriere della Sera, e l’agenzia di stampa il Velino danno spazio alla notizia.
Cosa succede adesso? Partirà un programma di attività di ricerca: ricognizioni sul terreno, rilievi, catalogazione, indagini diagnostiche, monitoraggio e restauro dei beni archeologici, saggi di scavo, attività didattico-educative e divulgative, pubblicazioni e mostre anche multimediali sui beni archeologici mobili e immobili presenti nel territorio comunale di Cosenza. Il contenuto della convenzione siglata il 26 settembre dal soprintendente Mario Pagano e dal sindaco è vasto. Ma «anche» finalizzato «alla ricostruzione del contesto storico, archeologico, paleogeologico e topografico nel quale si colloca anche il celeberrimo episodio della morte e sepoltura di Alarico, re dei Visigoti, nel letto del Busento, che sarà oggetto di particolare attenzione». Si scava, dunque, non soltanto per “inseguire” il re dei Goti anche se è chiaro che il brand Alarico è quello che, nelle intenzioni dell’amministrazione comunale, dovrà trainare il progetto. Sono questioni che fondono ricerca e marketing, sulle quali la città si è già divisa. Le pagine dell’accordo siglato tra Pagano e Occhiuto spiegano che nascerà un comitato tecnico-scientifico composto dal soprintendente e dai funzionari Emilio Minasi e Giovanna Verbicaro per il ministero, mentre il Comune nominerà i suoi esperti entro la fine di ottobre.
Comune e Soprintendenza si «impegnano a ricercare fonti di finanziamento, sponsorizzazioni ed erogazioni liberali», anche utilizzando lo strumento dell’Art Bonus, strumento pensato dal governo che introduce un credito d’imposta per le donazioni in denaro a sostegno della cultura. Mecenate cercasi, dunque, per andare alla ricerca del leggendario tesoro dei barbari. La convenzione segnala anche i siti nei quali avrà inizio l’indagine. Sono la Confluenza Crati-Busento, l’area del Ponte degli Alimena a Mendicino, il torrente Iassa tra Cosenza e Dipignano e la grotta Lippusa di Domanico. Il perimetro, per quanto vasto, è stato individuato, la direzione scientifica spetta alla Soprintendenza e potranno partecipare anche associazioni di volontariato riconosciute dal Mibact.
Si parte, dunque. Ma non è stato facile. Quasi un anno fa, nel novembre 2015, pareva che le porte degli scavi si fossero chiuse. Secondo la Soprintendenza, la campagna di scavi lungo il fiume Busento non era mai stata autorizzata. Gli uffici erano intervenuti dopo una denuncia. Occhiuto spiegò che, in realtà, il Comune non aveva iniziato alcuno scavo (è questa l’«incomprensione» a cui fa riferimento il sindaco), ma tra Crati e Busento non arrivò alcun mezzo meccanico. Arrivarono, invece, le polemiche. Tra tutti, il più duro fu l’archeologo Battista Sangineto: «Si spendono soldi per una leggenda quando il centro storico cade a pezzi. Alarico, poi? Sterminò centinaia di cosentini, non può essere il riferimento culturale e identitario di un progetto museale (il museo è pensato al posto dell’orrido Hotel Jolly, a due passi dalla confluenza, ndr) che attragga il turismo culturale». Un altro archeologo, il soprintendente Pagano, mette nero su bianco che il condottiero dei Goti sarà oggetto «di particolare attenzione». E Mario Occhiuto porta a casa un endorsement importante per il “suo” brand.

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LA STATUA E L’INVITO A FRANCESCHINI Per la verità, il primo cittadino ne insegue anche un altro di endorsement istituzionale su Alarico. Lo racconta la lettera che ha inviato al ministro dei Beni e delle Attività culturali Dario Franceschini. Franceschini è stato invitato alla posta della scultura dedicata al condottiero e realizzata dall’artista Paolo Grassino. Lo scenario è, al solito, la confluenza tra Crati e Busento e la missiva di Occhiuto ricorda i motivi per i quali sua amministrazione ha scelto di puntare sul “brand” Alarico legando «il mito del tesoro mai rinvenuto» a un «passaggio storico epocale», cioè i «cambiamenti nel quadro europeo-mediterraneo che la dottrina storiografica aggancia al sacco di Roma nel 410». Il sindaco insiste sul valore dell’iniziativa, «un’operazione che non vuole essere solo promozionale» ma ha anche una «dignità scientifica» e punta sulla convenzione siglata con la Soprintendenza per affermarla. Parla di «un iter scientifico che porti all’individuazione dei siti di indagine più rilevanti» e ribadisce l’obiettivo dell’attività: «Riportare alla luce il leggendario tesoro». Venisse meno quello, il brand potrebbe pure bastare.

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