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La battaglia per il controllo della Rai calabrese

ROMA La redazione, e in verità anche la struttura nazionale dei Tg regionali targati Rai, vorrebbe uno bravo. La politica, di uno bravo non sa che farsene, meglio uno affidabile magari pratico…

Pubblicato il: 15/10/2016 – 6:54
La battaglia per il controllo della Rai calabrese

ROMA La redazione, e in verità anche la struttura nazionale dei Tg regionali targati Rai, vorrebbe uno bravo. La politica, di uno bravo non sa che farsene, meglio uno affidabile magari pratico dei palazzi regionali per avervi trascorso anni di esperienza professionale come portavoce. Tra le due ipotesi si fa largo una terza: il nome a effetto da giocare per dire che mamma Rai investe in Calabria.
Grandi manovre, senza esclusione di colpi, per la scelta del nuovo caporedattore della Tgr (Testata giornalistica regionale) Calabria; nelle more la struttura resta retta a “interim” dal neo vicedirettore di Rai Parlamento, Alfonso Samengo. La sua conduzione ha avuto grande successo di pubblico e di ascolti ma scarsissimo gradimento da parte del Pd e segnatamente da parte del Pd cosentino, con in testa il governatore Mario Oliverio che ha anche esternato in maniera ufficiale la sua non condivisione di alcune iniziative editoriali del TgrCalabria targato Samengo.

AL PD COSENTINO PIACE… COSENTINO Una bella promozione e Samengo se ne torna a Roma, il che significa che buona parte del lavoro è fatta, ora però occorre completarlo mettendo al suo posto un caporedattore che abbia maggiore gradimento, soprattutto in tempi che minacciano burrasca per il Pd e per la Regione Calabria.
In testa ai desiderata di Mario Oliverio c’è Gennaro Cosentino che in Rai Calabria ci arriva dopo avere svolto il ruolo di portavoce quando presidente della Regione Calabria era Pino Nisticò. Legislatura ibrida, quella, perché, essendo allora possibile, inizio con Nisticò presidente eletto dal centrodestra e si concluse con la presidenza di Gigi Meduri, centrosinistra, dopo un ribaltone indolore ma non per questo meno clamoroso.
Intendiamoci, Cosentino è persona perbene nonché giornalista corretto e dotato. Non è un fulmine di guerra: in Trentino sarebbe la scelta ideale, in Calabria la sua proverbiale prudenza potrebbe avere il sopravvento sulla necessità di dare ai calabresi anche quelle notizie che la politica considera scomode.

ANNA LA ROSA, UNA DOCCIA GELATA Ed ecco che mentre si lavora alla candidatura di Cosentino, da viale Mazzini arriva una doccia gelata: i vertici della testata convocano Anna La Rosa, già conduttrice della trasmissione “Telecamere”. Orgogliosa della sua calabresità (mantiene casa a Gerace), Anna La Rosa non ha mai fatto mistero della disponibilità a spendersi concretamente per la sua terra, al punto che si tentò un suo coinvolgimento nella giunta regionale a guida Nisticò e, successivamente, si ipotizzò anche una sua candidatura alla guida della Regione Calabria. Non se ne fece nulla perché lei offriva la sua disponibilità solo a un governo di salute pubblica che prescindesse dalle appartenenze ai due opposti schieramenti.
Dietro l’offerta dei vertici Rai ad Anna La Rosa, condita con la promessa di fare della sede calabrese anche un centro di produzione per inchieste e docu-film, Anna La Rosa sospetta, però, che ci sia l’intenzione di risolvere una vertenza sindacale, che rischia di finire davanti al giudice del lavoro, per il suo mancato utilizzo: allo stato viene pagata per non fare nulla.
Inutile dire che una eventuale nomina di Anna La Rosa al vertice della Rai calabrese, rischia di palesarsi, per il Pd e quanti governano all’ombra del Pd, una pezza peggio del buco.

QUANDO IL DIAVOLO CI METTE LA CODA Sarebbe servito a ben poco promuovere Samengo per rispedirlo a Roma e stoppare una scelta “rigorosamente professionale” gradita alla redazione cosentina, se poi arriva una tosta come La Rosa che ha voglia di esser protagonista e non certo comprimaria e in più vanta solide e antiche amicizie, come quella con il suo “compaesano” Nicola Gratteri. Già, Gratteri, altro rospo che la politica nostrana ingoia lacrimando anche se si affanna a sostenere il contrario.

Paolo Pollichieni
direttore@corrierecal.it

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