Vergogna!

Vergogna! A imperitura memoria, vergogna per tutta la classe politica che siede, oggi, sui più alti scranni delle istituzioni calabresi, dalla Versailles di Germaneto, alle comode e calde poltrone Metropolitane della piazza Italia reggina.
Tutte le campagne elettorali degli “onorevoli” consiglieri di primo e secondo livello (come se ci fosse differenza) sono state costruite sui debolissimi pilastri dell’antica bugia sull’importanza del porto di Gioia Tauro. Almeno dell’importanza che riveste nei loro programmi politici.
Un ciufolo!!!
Da giorni, questo porto è fermo! Giustamente fermo per volontà dei lavoratori portuali per i quali si prospetta un futuro drammatico. Antonio Testi, portavoce di Cecilia Battistello presidente di Mct, ha dichiarato che l’azienda procederà alla mobilità di 442 lavoratori. Ennesimo tragico episodio della serie “tutti a casa!”. I sindacati, pronipoti imbelli di quelli cazzuti dei tempi tosti delle lotte operaie del 900, stanno dimostrando, già da anni e in questa fase in particolar modo, tutta la propria fragilità e l’incapacità di arrestare con maglio di ferro la spietatezza di Mct. Il presidente per caso della Regione Calabria, dopo aver promesso, nella sua poderosa campagna elettorale, l’imminente apertura di una fantomatica industria di automobili (Chi l’ha vista?), organizza sterili tavoli tecnici, mentre sulle tavole domestiche dei lavoratori manca il pane. E meno male che è comunista. L’opposizione (quale?) resta muta, attonita, dopo lo smembramento avvenuto già nelle ore dello spoglio dentro i seggi elettorali. Solo i solerti uffici stampa fibrillano e sudano, sorpassandosi a destra, mentre stendono al sole candidi e solidali comunicati di questo o quel consigliere, a difesa di future incursioni elettorali sul territorio. Vaffanculo si può dire? Devo chiedere al direttore. Per il momento, fate come se lo aveste letto…