CATANZARO Tanto rumore per poi nominare gli stessi giornalisti scelti dall’odiato, ma poi in effetti non tanto, ex governatore Scopelliti. In molti pensavano che la manifestazione d’interesse per la selezione dei nuovi addetti stampa della Regione avrebbe portato aria nuova negli uffici della Cittadella di Germaneto. E invece, malgrado una selezione “pubblica”, una professata trasparenza nelle decisioni, un ingiustificato autocompiacimento per la presunta svolta nel segno della meritocrazia, il presidente del Pd Mario Oliverio ha infine nominato gli stessi reporter che già avevano prestato la loro opera professionale per il presidente del Pdl (poi Ncd) Scopelliti. Giovanni Merlo e Patrizia Greto hanno così ripreso possesso, dopo un anno e mezzo di “buco”, di quelle scrivanie che erano stati costretti a mollare dopo la fine della scorsa legislatura.
La manifestazione d’interesse, pubblicata nel dicembre 2015, aveva l’obiettivo di formare un elenco di giornalisti “per il conferimento di incarichi di componente dell’Ufficio stampa della giunta regionale a personale esterno”. Immediate le proteste del Sindacato dei giornalisti della Calabria che, per mezzo del segretario Carlo Parisi, aveva chiesto la revoca immediata del bando: «Oliverio avrà facoltà di scegliere tranquillamente chi vuole, con buona pace della trasparenza, della professionalità, della meritocrazia, dell’opportunità di offrire a tutti la possibilità di conquistarsi con merito un posto di lavoro lautamente retribuito». «La Giunta Regionale – affermava ancora Parisi – non sembra per nulla intenzionata a cambiare registro in materia di selezione del personale, ovvero di bandire finalmente concorsi pubblici che assicurino ai tanti giornalisti disoccupati e precari una seria opportunità di lavoro».
LE ADESIONI Nonostante i (più che fondati) dubbi del Sindacato e di molti altri addetti ai lavori, 197 giornalisti, la maggior parte dei quali disoccupati o precari, avevano presentato domanda di partecipazione attratti dalla possibilità di ottenere un posto di lavoro nello staff del governatore. Un mese dopo, siamo a gennaio di quest’anno, avviene la prima scrematura sulla base di «fattori esclusivamente tecnici»: i giornalisti papabili, da 197, diventano 88. Saranno loro a contendersi i 7 posti (più uno riservato a un cinefotoreporter) messi a disposizione dalla Regione. Il governatore sceglie subito i primi due: Francesco Dinapoli e Maria De Vincenti, entrambi già componenti del suo entourage quando era presidente della Provincia di Cosenza. Viene nominato anche il cinefotoreporter: Mario Tosti, cosentino anche lui. Teoricamente sarebbero rimaste altre 5 caselle da riempire. I precari giovani e meno giovani avevano insomma tutto il diritto di sperare.
I SOLITI NOTI Oliverio, però, malgrado il “concorso” e in barba alle illusioni di centinaia di cronisti disoccupati o senza reddito (qui la nostra lettera aperta ai colleghi giornalisti), opta per quegli stessi professionisti che per quasi cinque anni avevano lavorato gomito a gomito con Scopelliti.
Merlo e Greto, in verità, non sono arrivati in Regione grazie all’ex governatore. Entrambi fanno parte dello staff comunicazione della giunta dai tempi di Agazio Loiero. Delle presenze fisse, insomma, nonostante i mutamenti politici e le alternanze centrosinistra/centrodestra/centrosinistra.
Merlo è marito di Giulia Veltri, neo componente della direzione regionale del Pd, giornalista e figlia di un decano della professione, Filippo. Greto è moglie dell’ex reporter della Rai Pietro Melia.
La loro “consulenza” si protrarrà fino al settembre 2017, eventualmente rinnovabile. La retribuzione prevista è di 56mila euro all’anno.
Tutto legittimo, trasparente e meritocratico? Probabilmente. Ma forse chi aveva sperato coltiverà qualche ragionevole dubbio.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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