MILANO La Corte d’Appello di Milano ha confermato le condanne per i sei imputati che avevano scelto il rito ordinario nell’ambito del processo scaturito dall’indagine della Dda che aveva portato in carcere, a suo tempo, una quarantina di persone accusate di far parte o di fiancheggiare una cosca legata al clan di Reggio Calabria Libri-De Stefano-Tegano che aveva base operativa tra piazza Prealpi e corso Sempione e che aveva tentato di mettere le mani sul servizio catering per le partite del Milan allo Stadio di San Siro. Le accuse andavano dall’associazione per delinquere di stampo mafioso al traffico di stupefacenti alla corruzione ed estorsioni. Nel dettaglio, oggi il collegio formato dai giudici Alessandra Galli, Fabio Tucci e Jole Milanesi, ha confermato le condanne decise in primo grado per il presunto capo della cosca Vincenzo Martino a 20 anni di carcere e a 11 anni e 3 mesi per il fratello Domenico. La Corte ha sempre confermato i 14 anni e 10 mesi a Giovanni Deuscit, i 2 anni e 8 mesi a Marco Johnson (ex poliziotto) e i 2 anni e 3 mesi a Cosimo Dicorato, cosi’ come chiesto dal sostituto pg Lucilla Tontodonati. Ad Alessandro Nucara la pena è stata ridotta a 12 anni e 2 mesi per il riconoscimento delle attenuanti equivalenti alle aggravanti. Il processo di Appello per gli altri imputati che già in primo grado avevano scelto il rito abbreviato – circa una quarantina – è previsto il prossimo 27 ottobre. In questo troncone verrà giudicato anche il presunto boss Giulio Martino, che in primo grado aveva preso 20 anni di reclusione, e l’imprenditore Cristiano Sala, che attraverso la sua società di ristorazione avrebbe cercato di mettere le mani sul servizio catering per le partite del Milan allo stadio San Siro. Le indagini furono coordinate dai pm Paola Biondolillo e Marcello Tatangelo e condotte dai carabinieri.
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