LAMEZIA TERME La Procura di Lamezia Terme ha aperto un’inchiesta sul rogo che nella notte tra lunedì e martedì ha distrutto cinque dei 16 container che la Diocesi di Lamezia Terme ha affidato alla Caritas per avviare il progetto “Villaggio della Carità”. I container si trovano in via Indipendenza, nei pressi del cimitero nel quartiere di Nicastro, ed erano destinati a creare una casa famiglia e a ospitare i giovani volontari che avessero voluto partecipare al progetto.
Nella zona non c’erano telecamere di sorveglianza in grado di supportare le indagini affidate ai carabinieri della Compagnia di Lamezia, guidata da Pietro Tribuzio. Unico indizio trovato nel corso della scorsa notte è stata una bottiglia contenete liquido infiammabile. Un reperto che conduce alla natura dolosa del rogo. Sulle ragioni di un gesto così cruento e plateale, che ha lasciato dietro di sé lamiere bruciate e un acre odore nell’aria, dovranno fare luce gli inquirenti. In un primo momento si era sparsa la voce che il Villaggio della Carità dovesse ospitare dei migranti e il fuoco fosse un gesto estremo e violento di protesta e rifiuto dell’accoglienza, come tanti altri gesti che si stanno registrando negli ultimi giorni. Ma la notizia era infondata e ci si chiede, adesso, il perché di tanto abbrutimento. Numerosi gli attestati di solidarietà inviati alla Caritas e alla Diocesi.
ale.truz.
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