ROMA Un suicidio portato a termine per sfuggire al fidanzato. È la strada estrema che avrebbe scelto a soli 23 anni Micol Scofano, giovane studentessa di Medicina di Fuscaldo, la notte del 17 maggio 2013. L’ex fidanzato, Francesco Sciammarella, oggi 26 anni, è stato rinviato a giudizio su richiesta del pm della Procura di Roma Francesco Dall’Olio con l’accusa di avere istigato la vittima a togliersi la vita e di averle ceduto ketamina nei loro tre anni insieme. Lo hanno raccontato, nei giorni scorsi, il Corriere della Sera e il Messaggero.
La storia dei due ragazzi è iniziata in Calabria nel 2010. Qualcosa si rompe quando nel 2011 Micol si trasferisce a Roma per studiare Medicina. Il fidanzato – è la teoria dell’accusa – la segue ma inizia a darle addosso. Se lei prende un buon voto, lui la prende di mira sull’aspetto fisico. Se va male, la deride. Secondo la consulenza della criminologa Renata Bruzzone, che coadiuva il legale della famiglia Scofano, l’avvocato Federica D’Angelo, il ragazzo l’avrebbe addirittura spinta a ingrassare venti chili per sottrarla agli sguardi dei coetanei. Anche il ritmo di studio di Micol ne risente.
Nel suo pc, inoltre, viene inoltre trovato il video di un loro rapporto intimo, salvato con il nome «Ricatto». Secondo un testimone Sciammarella arriva a dirle: «Ti devi ammazzare, che ci stai a fare al mondo?». Parole forse devastanti per Micol la notte in cui si tolse la vita gettandosi dal quinto piano nel palazzo su via Trionfale. Un altro caso di femminicidio «strisciante» secondo i pm.
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