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"Aemilia", Dia sequestra 500mila euro a uno degli indagati

REGGIO EMILIA Su mandato del Tribunale di Reggio Emilia, la Direzione investigativa antimafia di Bologna ha sequestrato beni mobili ed immobili per oltre 500mila euro a Pasquale Brescia, pregi…

Pubblicato il: 20/10/2016 – 6:26
"Aemilia", Dia sequestra 500mila euro a uno degli indagati

REGGIO EMILIA Su mandato del Tribunale di Reggio Emilia, la Direzione investigativa antimafia di Bologna ha sequestrato beni mobili ed immobili per oltre 500mila euro a Pasquale Brescia, pregiudicato 49enne di Crotone, residente a Reggio Emilia. Si tratta di un immobile a Milano, un automezzo e vari terreni a Cutro, nel Crotonese. Brescia, originario di Cutro, si trasferì nel 1989 a Reggio Emilia, dove ha sviluppato interessi in diverse imprese edili ed immobiliari, fino all’arresto nel 2015 nell’ambito dell’operazione “Aemilia” contro le cosche della ‘ndrangheta, insieme ad altre 202 persone. Accusato di associazione di tipo mafioso, secondo il gip del Tribunale di Bologna l’uomo era a totale disposizione di alcuni boss delle cosche allora arrestati (Nicolino Sarcone, Alfonso Paolini e Francesco Lamanna): mettendo a disposizione la propria capacità affaristica e la sua influenza nell’ambito del sistema economico emiliano, Brescia avrebbe permesso di agevolare le attività illegali della ‘ndrangheta. Brescia, inoltre, si sarebbe reso disponibile con Antonio Gualtieri della costituzione di un gruppo di imprese per la costruzione di villaggi turistici, impianti eolici e fotovoltaici in Calabria, nella piena consapevolezza del coinvolgimento diretto del capo cosca di Cutro Nicolino Grande Aracri.
Dalle indagini è anche emerso come il 2 marzo 2012 l’uomo abbia partecipato a un summit presso l’ufficio ubicato nell’azienda di Nicolino Sarcone (insieme a Alfonso Paolini, Gianluigi Sarcone, Antonio Muto) nel quale fu stabilito un patto con l’avvocato Giuseppe Pagliani (il consigliere comunale di Forza Italia accusato di concorso esterno, per il quale la Procura aveva chiesto 12 anni, poi assolto) per porre in essere una controffensiva mediatico-politica e conseguentemente salvaguardare gli interessi economico-criminali della cosca, in quel frangente oggetto di numerose interdittive antimafia e di un’attenzione mediatica che evidenziava le infiltrazioni criminali nell’economia reggiana. Infine, secondo gli inquirenti si sarebbe messo a disposizione dell’imprenditore edile Giuliano Frijio per reperire voti, nei sensi indicati dalla consorteria, nel corso della campagna elettorale per il sindaco di Parma del 2012. Il Tribunale di Reggio Emilia, valutando la sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio accumulato dal Brescia, ha accolto la proposta del direttore della Dia disponendo il sequestro.

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