Egregio direttore,
in riferimento all’articolo dal titolo “Il dg dell’Arsac è in bilico”, a firma di Pablo Petrasso sul Corriere della Calabria di sabato 15 ottobre scorso, circa la presenza di un presunto conflitto d’interesse, mi preme qui richiamare e sottolineare che il mio ricorso contro l’Afor è stato depositato, come peraltro viene correttamente riportato dall’articolista, prima della mia nomina a direttore generale dell’Arsac, incarico certamente di alto profilo rispetto a cui, e a maggior ragione, prima di accettarlo ebbi una speciale cura, quasi maniacale, a valutare e a far valutare relazioni e rapporti tra Afor e Arsac. Una valutazione che feci compiere con un accento di zelo, quello stesso zelo che ho sempre posto nell’adempimento dei miei doveri, pensando anche e soprattutto al ricorso in questione.
Il relativo parere legale acquisito, appositamente richiesto come si è detto, non lasciava spazio ad alcun dubbio di sorta, come altrettanto chiari, pacifici e univoci furono i giudizi e le considerazioni al riguardo di altri qualificati pareri, informalmente acquisiti ed espressione di un orientamento largamente diffuso in giurisprudenza, per cui si attestava, come si attesta, che l’Afor rappresenta un Ente assolutamente diverso dall’Arsac. E quindi il ruolo del direttore generale non era, come non è, in alcun modo confliggente con gli interessi portati in giudizio.
Tanto si vuole scrupolosamente precisare, da parte mia, al di là e al di fuori di qualsiasi scadenza temporale di mandato, poiché la dirittura morale delle e nelle persone è senza tempo ed è per sempre. E viene prima di ogni altra cosa.
Le rivolgo infine i miei più cordiali saluti, ringraziandoLa fin d’ora per l’ospitalità che la presente troverà sulle colonne del Suo giornale.
*direttore generale dell’Arsac
