CATANZARO La presa di posizione di larga parte del consiglio comunale di Catanzaro e del sindaco Sergio Abramo sulla concessione del complesso monumentale del San Giovanni all’università “Magna Graecia” come sede di formazione nel centro storico della città, sembrava aver messo la parola fine, dopo mesi di discussione, sulla vicenda: «Catanzaro avrà la sua università in centro», aveva esultato Abramo dopo che il consiglio comunale aveva ratificato con una delibera l’accordo siglato con l’ateneo. Eppure, l’idea iniziale di trasferire dal campus la costituenda facoltà di Psicologia, inapplicabile perché gli spazi non erano adatti al numero di iscritti (circa 300), era tramontata: al suo posto, 35 master che secondo stime più che ottimistiche e mai confermate, dovrebbero portare in città un migliaio di laureati, per la maggior parte già lavoratori.
Parola “fine” scritta, quindi? Neanche per sogno. Da giorni ormai la cittadinanza continua ad interrogarsi sulla reale e concreta utilità di trasferire, all’interno di una struttura che persa natura architettonica è adatta all’utilizzo museale e non a quello didattico, una parte residuale dei corsi formativi dell’ateneo. Per il sindaco è una questione di orgoglio, per il rettore Aldo Quattrone è una questione di convenienza (politica? Il 2018 si avvicina…), per alcuni consiglieri comunali è l’opportunità ideale per ridestare un centro storico che versa in condizioni pressoché disperate. Eppure nei circoli e nelle associazioni si continua a parlare e ad interrogarsi perché le perplessità sono tante, soprattutto sulle basi progettuali su cui l’idea è stata costruita.
Si moltiplicano quindi i cenacoli di dibattito, vi prendono parte anche alcuni docenti universitari che con forza si schierano contro l’accordo tra sindaco e rettore. Soprattutto che ha visto la crescita dell’ateneo catanzarese sin dalla sua genesi, non può che contestare che con la frammentazione (un corso di Sociologia si tiene già nel centro di Catanzaro) viene meno quell’integrazione dei saperi che era tanto cara al fondatore dell’ateneo Salvatore Venuta e che è stata il motore che ha portato alla costruzione di un campus all’avanguardia.
Anche gli iscritti alle scuole di specializzazione dell’università si sono professati contrari all’iniziativa: «La Scuola, nel cui biennio (come da bando da concorso) gli specializzandi avrebbero avuto la medesima sede, è strutturata in modo tale da esigere più pause durante le lezioni, queste ultime concentrate a tempo pieno in soli due giorni settimanali. Ma le ragioni della resistenza non sono solo, certo, di natura esclusivamente sociale o di mero capriccio: il plesso San Giovanni è una struttura assolutamente inidonea ad ospitare qualsivoglia attività accademica, nonché contraria a quelle norme che descrivono i requisiti minimi essenziali per le aule universitarie», ha più volte sottolineato Sebastian Ciancio, rappresentante degli specializzandi.
Proprio sull’aspetto della sede scelta da Comune e Università, aleggia poi lo spettro di un’interrogazione parlamentare di Paolo Parentela, deputato del Movimento 5 Stelle, il quale, tra le altre cose, ha chiesto al governo di valutare l’esistenza di un danno erariale in virtù del fatto che il plesso San Giovanni è stato ristrutturato utilizzando fondi Por Calabria destinati agli spazi espositivi e non a quelli didattici.
Chi si schiera a favore della soluzione Abramo-Quattrone, sostiene che portare gli studenti in centro serva a risvegliare la città e il suo fermento e prende ad esempio città come Napoli, Milano, Roma, Siena e Perugia. Dimenticando però che Catanzaro non assomiglia neanche lontanamente ad alcuna di queste città. Tanto per “anzianità” dell’ateneo, quanto per spazi formativi disponibili in centro. Soprattutto vi si discosta per l’assenza, endemica e organica, di servizi e di logistica. Ancor di più per la mancanza di spazi di aggregazione. Così ogni paragone è semplicemente inadatto.
Il Comune, finora, non ha mai dimostrato l’intenzione di voler mettere in piedi alcun tipo di politica atta a calmierare gli affitti per gli immobili dedicati agli studenti: affitti alti, nessun collegamento pratico con il campus e nessun diversivo post studio, quindi, squalificano il centro storico appannaggio del quartiere marinaro, da qualche anno divenuto ormai punto di ritrovo per tutti i giovani catanzaresi e per gli studenti.
«Si portino gli studenti, i servizi verranno», dicono alcuni nel corso dell’incontro promosso dall’associazione culturale “Circolo Placanica”, ma a crederci sono in pochi, pochissimi. Impera lo scetticismo, ancor di più la sensazione che tutto sia una mossa elettorale a pochi mesi dal ritorno alle urne.
Intanto, oltre alla discussione, c’è anche chi agisce. Tra questi Cono Cantelmi, già candidato alla presidenza della Regione Calabria nel 2014 sotto il vessillo del Movimento 5 Stelle, che assieme ad Elena Bitonte – coordinatrice del Comitato per la tutela del Complesso Monumentale del San Giovanni – ha avviato una raccolta firme ed una serie di iniziative volte a sensibilizzare la cittadinanza sull’argomento.
Intanto, nella tarda mattinata di venerdì, il Comune ha ufficializzato l’accordo sottoscritto tra il sindaco Abramo, Fondazione Umg, associazioni studentesche e gli imprenditori Maurizio Mottola (Supercinema) e Francesco Passafaro (Comunale), che consentirà alla popolazione studentesca di assistere agli spettacoli al costo di 3.50 euro il martedì e il mercoledì e di circa 5 euro il lunedì, il giovedì, il venerdì e sabato e domenica: «L’idea – recita il comunicato stampa di Palazzo de Nobili – rientra nell’ambito delle iniziative intraprese dall’Amministrazione comunale volte a garantire agli studenti i migliori servizi all’interno del centro storico. Quello di oggi è solo uno dei benefit che il sindaco Sergio Abramo ha inteso garantire agli universitari, numerose altre trattative sono sul punto di essere chiuse con altre categorie di commercianti e operatori di servizi diversi. Mentre tra qualche giorno sarà possibile conoscere la scontistica predisposta dall’Amc relativa a biglietteria, abbonamenti, strisce blu e parcheggi, sempre rivolta alla fascia universitaria».
Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it
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