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Regione e governo allo scontro sulle lobby del petrolio

CATANZARO Due nuove autorizzazioni per la ricerca di idrocarburi creano una frattura profonda tra la Regione Calabria e il ministero dell’Ambiente. Lo scontro viene aperto da una nota dell’assessor…

Pubblicato il: 21/10/2016 – 13:14
Regione e governo allo scontro sulle lobby del petrolio

CATANZARO Due nuove autorizzazioni per la ricerca di idrocarburi creano una frattura profonda tra la Regione Calabria e il ministero dell’Ambiente. Lo scontro viene aperto da una nota dell’assessore Antonella Rizzo. Un rimbrotto al governo: «Apprendiamo con rammarico che il ministero dell’Ambiente, di concerto con il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo ha concesso alle multinazionali Schlumberger e Global Med le autorizzazioni per la ricerca di idrocarburi, utilizzando la sciagurata tecnica dell’air gun, nelle aree prospicienti le coste calabresi, pugliesi e lucane. Tra le altre cose, il paradosso è che la Global Med ha sede negli Stati Uniti dove il presidente Obama ha vietato l’utilizzo di questa tecnica». 
L’air-gun è un metodo usato per l’ispezione geosismica dei fondali marini: è un dispositivo che spara aria compressa in acqua producendo onde che si propagano nel fondale, vengono riflesse dagli strati della crosta terrestre e tornano a dei ricevitori chiamati idrofoni. Serve per riconoscere la presenza nel sottosuolo di gas o liquidi. Ma è considerata pericolosa dagli ambientalisti, tant’è che era stata vieta nella prima versione del disegno di legge sugli ecoreati. Poi quel divieto è scomparso perché avrebbe, di fatto, bloccato ogni tipo di ricerca. E la mossa del governo è stata vista come un favore alla lobby del petrolio. Posizione che, oggi, pare essere condivisa dall’assessore Rizzo. Che contesta la decisione presa a Roma, che può avere ripercussioni profonde: «Si tratta di ben 4mila chilometri quadrati e, in particolare per la Calabria, sono interessate le aree corrispondenti alla foce del fiume Neto, i fondali di Gabella Grande, Capocolonna, Capo Rizzuto. Solo il progetto Global Med registrerà 22km di linee sismiche procurate dall’air gun con conseguenze che riteniamo devastanti per l’ecosistema marino, non solo nell’area interessata alla ricerca».
Rizzo spiega che «le osservazioni relative ai permessi per la ricerca andavano prodotte entro il 31/12/2014, per cui è evidente che non esiste responsabilità della Giunta Oliverio in tal senso», poi ci tiene a fare alcune precisazioni. «Intanto – spiega – se è vero che l’autorizzazione del ministero ricade oltre le 12 miglia è pur vero che si sta perpetrando un grave danno a tutto l’ecosistema marino con pesanti ripercussioni sulla costa». Era questo «il pericolo paventato attraverso il referendum e in questo senso la giunta Oliverio e il consiglio regionale, anche attraverso l’azione del consigliere delegato Arturo Bova, aveva messo in atto tutte le iniziative per contrastare la scellerata scelta di ricerca, coltivazione e produzione di idrocarburi al largo della coste calabresi, pugliesi e lucane». Anche Rizzo si è collocata sulla stessa linea, firmando il cosiddetto manifesto di Termoli: «Nel corso della riunione che ha visto la partecipazione di ben otto Regioni, la Regione Calabria ha agito da protagonista nel contrasto alla trivellazione dei nostri mari. Successivamente, il 25 settembre del 2015, su nostra proposta, è stato approvato dal consiglio regionale della Calabria la deliberazione numero 50 per richiesta di Referendum abrogativo».
«Purtroppo sappiamo tutti com’è andata a finire – dice l’assessore (per la verità, i pezzi grossi del Pd calabrese all’epoca non si impegnarono proprio a testa bassa, ndr) –. Conseguentemente, ciò che sta avvenendo oggi non ci coglie di sorpresa». Il nodo politico, però, è che la Regione «malgrado i risultati del referendum, non rimarrà silente, anche perché la giunta Oliverio ha prodotto osservazioni alle richieste delle multinazionali e il nostro parere negativo è stato espresso in maniera chiara ed inequivocabile».
Resta il fatto che «il parere della Regione non è vincolante. In tutti i casi andremo fino in fondo e cercheremo in tutti i modi di contrastare questo agire. Infatti abbiamo già investito l’Avvocatura regionale perché metta in atto tutte le azioni legali possibili. In ogni caso – chiosa Rizzo – ci siamo subito attivati, confrontandoci con Arturo Bova, al fine di coinvolgere, immediatamente, tutte le associazioni ambientaliste affinché si possano mettere in campo tutte le azioni necessarie per evitare che questo scempio venga perpetrato».

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