REGGIO CALABRIA È paradossale che la tripla inaugurazione in programma per la sanità reggina (la partenza della Cardiochirurgia e le inaugurazioni del nuovo Pronto soccorso e della Neonatologia) arrivi proprio nel momento in cui – con più forza – il Pd chiede la rimozione dei commissari al Piano di rientro Massimo Scura e Andrea Urbani. Ed è paradossale perché rischia di essere un autogol sul piano politico e pure su quello comunicativo. Possibile che la politica voglia mandar via i tecnici proprio mentre portano a casa un risultato (in questo caso addirittura tre) atteso da anni? Possibile, a queste latitudini (e se di mezzo c’è il risultato del referendum). Persino ovvio, visto che l’urgenza pare quella di “appropriarsi” di un settore rimasto per troppo tempo off limits. Non sarà facile, come spieghiamo in un altro servizio. E non sarà facile (anche) perché il 7 novembre sullo Stretto prenderà forma una piccola rivoluzione. Quasi inaspettata: perché la sanità calabrese continua a essere carica di problemi. Ma ci sono passi in avanti che aprono alla speranza.
LA CARDIOCHIRURGIA Fino a qualche settimana fa, Centro cuore era sinonimo di uno scandalo approdato anche sulle cronache nazionali. Doveva essere un centro di eccellenza per la cura delle patologie cardiovascolari ma non era mai entrato in funzione. Il Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, nel 2015, ha evidenziato un danno erariale monstre: oltre 40 milioni di euro per il reparto mai aperto. I lavori per realizzare il “Centro Cuore”, infatti, sono costati oltre 18 milioni di euro a cui vanno aggiunti 500mila euro al mese per 18 mesi di leasing (per i macchinari) e un mancato risparmio di 7 milioni e mezzo di euro che la sanità calabrese avrebbe potuto avere in caso di attivazione della struttura. Tutti soldi che sono stati spesi per un’incompiuta. Ecco, adesso quell’incompiuta non è più tale. L’attività ambulatoriale connessa alla Cardiochirurgia è già iniziata e le assunzioni avviate negli ospedali Riuniti completano un reparto fatto di un primario, 7 cardiochirurghe, 6 cardiochirurghi anestesisti, 3 perfusionisti e 40 infermieri. Una nuova squadra che ha già un punto di riferimento concreto. Dopo il periodo di formazione svolto all’ospedale Niguarda di Milano e con l’affiancamento del personale di quella struttura sanitaria, la neonata Cardiochirurgia di Reggio Calabria punta a performance molto elevate (basti pensare che il tasso di mortalità medio in Italia per il bypass coronarico è 2,5, mentre quello dell’ospedale milanese è 0,40). Numeri che puntano a invertire il trend che vede una pesante emigrazione sanitaria verso l’ospedale di Messina per questo tipo di specialità. Il sogno è quello di diventare un’eccellenza per far dimenticare lo status di incompiuta storica e costosissima.
PRONTO SOCCORSO Anche per il Pronto soccorso, in qualche modo, parlano i numeri. È grande 2.700 metri quadri: più di quello del San Camillo di Roma. È stato completamente ristrutturato, e per questo aspetto parlano le foto contenute nella presentazione della nuova struttura. Dal cantiere al lavoro finito sono passati alcuni mesi, ma il risultato promette, a suo modo, di contribuire a una nuova fase per la sanità calabrese.
(Il Pronto soccorso quasi demolito per dare il via alla ristrutturazione)
(I lavori in corso nel reparto degli ospedali Riuniti)
NEONATOLOGIA Parlano le foto anche per nuova Neonatologia. Anche in questo caso un reparto nuovo di zecca, la cui (ri)nascita ha anche un profondo significato simbolico. Non più gli orrori narrati negli atti giudiziari della Procura di Reggio Calabria ma spazi accoglienti e moderni, con una nuove équipe.
(I corridoi del nuovo reparto di Neonatologia)
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