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Vibo, Toscani nega un selfie: «Potresti essere mafioso»

VIBO VALENTIA «Anche Matteo Messina Denaro non ha la faccia da mafioso, ma lo è». Oliviero Toscani avrebbe risposto così a un ragazzo che gli chiedeva di fare un selfie con lui. Niente da fare: que…

Pubblicato il: 21/10/2016 – 15:02
Vibo, Toscani nega un selfie: «Potresti essere mafioso»

VIBO VALENTIA «Anche Matteo Messina Denaro non ha la faccia da mafioso, ma lo è». Oliviero Toscani avrebbe risposto così a un ragazzo che gli chiedeva di fare un selfie con lui. Niente da fare: quel giovane avrebbe potuto essere un malavitoso. Lo racconta Vittorio Sibiriu, un diciottenne di Vibo Valentia figlio di un luogotenente dei carabinieri e di una poliziotta, che ha denunciato l’accaduto con un post sui social network.
Tutto sarebbe avvenuto all’apertura di “Razza Umana”, la mostra fotografica dell’artista ospitata al Valentianum di Vibo Valentia. «Dopo la conferenza e l’inaugurazione ho chiesto all’artista di poter avere il piacere di fare una foto insieme in modo da poter conservare uno scatto con il celebre “maestro del clic” – scrive nel suo post Vittorio Sibiriu – La risposta è stata deludente: “No”. Un no secco e deciso seguito da affermazioni sul mio presunto status sociale. Mi ha additato come un potenziale “mafioso” affermando che sarei benissimo potuto esserlo poiché, a suo dire, anche Matteo Messina Denaro non ha la faccia da mafioso eppure lo è».
Il ragazzo non l’ha ovviamente presa bene: «Vorrei ricordare al signor Toscani che la principale qualità di un artista dovrebbe essere l’umiltà, cosa che a quanto pare non rientra tra i termini del suo vocabolario. E, per concludere, vorrei dire che l’unica cosa che il suo atteggiamento provoca in me è lo sdegno».
Alla fine, Vittorio Sibiriu si rivolge direttamente a Toscani, cui dice chiaramente: «Mi dispiace molto di averla conosciuta e di aver perso due ore della mia vita ad ascoltare le sue parole definite “anticonformiste” e usate “per lanciare messaggi contro i pregiudizi”, ai miei occhi adesso appaiono solamente come poco coerenti. Se è vero che vanno sfatati i luoghi comuni dell’umanità il primo a doverlo fare – conclude Vittorio Sibiriu – è proprio lei. Essere calabrese non significa essere mafioso e dovrebbe vergognarsi di questa sua idea ottusa».

TOSCANI: «UNA BATTUTA, NON HA CAPITO NULLA» «Non mi piace giustificarmi ma è stata una battuta, stavamo scherzando sul selfie, c’erano anche altri ragazzi presenti. Alla fine della lezione tutti volevano fare un selfie con me. Io ho detto non faccio selfie ma questo ragazzo insisteva e allora gli ho detto ‘tu non sai neanche chi sono io, potrei essere un gangster, e io non so chi sei tu, potresti essere un mafioso”». Lo dice all’Adnkronos il fotografo Oliviero Toscani dopo il commento indignato che il ragazzo ha pubblica su Facebook ed è stato rilanciato dai media. «Non ci conosciamo, perché dobbiamo fare foto insieme tutti vicini con le facce sorridenti?», si chiede Toscani che poi spiega: «Io sono contrario ai selfie». «I giovani si accontentano di essere fotografati vicino a qualcuno che loro pensano sia famoso e questo mi dà fastidio – aggiunge – Vogliono diventare qualcuno in questo modo? Io con i giovani non sono e non voglio essere tenero». «Ero lì per fare una lezione sull’etica della fotografia, ma quel ragazzo non ha capito nulla – sottolinea – Ieri sera ho fatto una bellissima lezione, ho incontrato dei ragazzi d’oro, ho avuto delle reazioni generosissime e qualcuno voleva il selfie. Quel ragazzo lo voleva per forza».
«Purtroppo il localismo, il campanilismo, il regionalismo, il nazionalismo sono la rovina dell’umanità – replica Toscani – Tutto questo crea la violenza e le guerre. Non puoi toccare nulla. Se tu dici la verità ti danno del provocatore. Che devo dire, che Venezia è bella con le luci al neon e tutti quei negozi di souvenir fatti in Cina. Io ne ho piene le scatole della mentalità localista». «Peraltro – racconta ancora il fotografo – mi è anche già capitato di aver fatto un selfie in passato e che poi qualcuno mi abbia detto “ma con chi ti sei fatto fotografare”?». 

a. c.

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