COSENZA Franco Patitucci ha negato ogni responsabilità nell’omicidio di Luca Bruni. Il presunto esponente di spicco della cosca Lanzino-Rua’, sabato mattina, ha sostenuto l’interrogatorio di garanzia nel carcere di Cosenza dopo l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Catanzaro su richiesta della Dda. Giovedì scorso, i carabinieri del Comando provinciale hanno arrestato Roberto Porcaro, di 32 anni, con l’accusa di essere stato uno degli organizzatori e mandanti dell’omicidio di Luca Bruni, di 36 anni, assassinato il 3 gennaio 2012 e i cui resti furono trovati sepolti in un terreno il 18 dicembre del 2014. I militari hanno poi notificato in carcere lo stesso provvedimento a Franco Patitucci, 55 anni, che è detenuto per altra causa. Luca Bruni era il figlio del boss della ‘ndrangheta Francesco, soprannominato “Bella bella”, ucciso nel luglio del 1999. I resti del corpo di Luca Bruni furono trovati grazie alle rivelazioni di due collaboratori di giustizia, Adolfo Foggetti e Daniele Lamanna.
Sabato mattina Franco Patitucci ha risposto alle domande del gip Giusy Ferrucci che lo ha interrogato per rogatoria alla presenza dei suoi legali, gli avvocati Marcello Manna e Laura Gaetano. Patitucci ha ribadito che ci sono degli elementi incontrovertibili sulla base dei quali le dichiarazioni dei pentiti che lo accusano – ovvero Adolfo Foggetti, Daniele Lamanna e Franco Bruzzese – non sono attendibili. In particolare, Patitucci ha spiegato che nei giorni in cui ci sarebbero stati gli incontri decisivi per eliminare Luca Bruni, in alcuni casi, la sua presenza era materialmente impossibile da dimostrare perché si trovava in altri luoghi e quando era detenuto erano in posti diversi. In corso anche l’interrogatorio dell’altro arrestato Porcaro.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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