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Il mondo è di chi fa selfie

Non costa nulla, manco la stampa su carta. Si svolge in un attimo. Non richiede maquillage, né acconciatura. Puoi farlo in canottiera, o in mutande, oppure in cappotto e galosce, in Tshirt o camici…

Pubblicato il: 23/10/2016 – 8:53
Il mondo è di chi fa selfie

Non costa nulla, manco la stampa su carta. Si svolge in un attimo. Non richiede maquillage, né acconciatura. Puoi farlo in canottiera, o in mutande, oppure in cappotto e galosce, in Tshirt o camicia.
Puoi essere in servizio o in vacanza. Solo o in compagnia. Seduto in veranda o spaparanzato sulla poltrona relax, con tanto di massaggio shatzu incorporato. Molti usano selfarsi davanti allo specchio del bagno, inquadrandosi fino alla prima esile fila di peli pubici (quando non siano stati strappati con la ceretta al miele). Il povero giovane vibonese, figlio dell’incontro amoroso fra l’Arma e la Pula, lo aveva chiesto al più sfrontato dei fotografi pret à porter. Non della sostanziosa stazza artistica di Henry Cartier-Bresson. Non dello stile romanticamente e poderosamente erotico di Helmut Neustädter, detto Newton per non sembrare troppo tedesco dopo la fine del secondo conflitto mondiale. No, niente a che vedere con gli Zar del clic: semplicemente Toscani. Un post sessantottino con la montatura delle lenti perennemente colorata. Toscani, quello delle campagne provocatorie dei 6 x 3 urbani, dove si baciano tutti o tutti sventolano pubenda come fossero bandierine cinesi al passaggio di Mao sulla piazza Tienanmen. E il fotografo da cartelloni per centri commerciali gliel’ha pure negato. E, siccome Vittorio Sibiriu gliel’ha chiesto a Vibo Valentia, l’Oliviero dall’obiettivo facile, fra il serio e il faceto gli ha buttato lì un «che ne so io, se sei mafioso?». Poteva dirgli «se sei frocio, o comunista, fascista, razzista, femminicida, omicida, pervertito, pedofilo…», ma, visto che era in Calabria, la cosa più scontata è stata «mafioso».
Impari, il giovane Vittorio, a farsi i selfie con mamma e papà, leali servitori della Nazione. Che è meglio.
Impari, Toscani, che, quando si è noti, si devono abbracciare certi rischi. Oppure, si sceglie di vivere in nobile isolamento, esigenza irrinunciabile degli umili veri o dei veri stronzi.
E si ricordi, nelle prossime milionarie campagne pubblicitarie, che chi ha pregiudizi nel taschino non è credibile se dice di lottare contro i pregiudizi stessi…

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