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Pesci contaminati sul Tirreno cosentino, analisi negative

PAOLA Non è emersa alcuna contaminazione del pescato al largo del Tirreno cosentino. Solo in un esemplare catturato, tra San Nicola Arcella e Praia a Mare, è stata trovata la presenza di mercurio e…

Pubblicato il: 23/10/2016 – 11:44
Pesci contaminati sul Tirreno cosentino, analisi negative

PAOLA Non è emersa alcuna contaminazione del pescato al largo del Tirreno cosentino. Solo in un esemplare catturato, tra San Nicola Arcella e Praia a Mare, è stata trovata la presenza di mercurio e arsenico. Ma nei campionamenti effettuati in un ampio tratto di costa – esattamente dove è stato catturato questo pesce – non si è registrata alcuna fonte di inquinamento.
Da quanto trapela da ambienti investigativi che stanno indagando su un sospetto inquinamento dei pesci e dei fondali lungo la costa, al momento, non ci sarebbero elementi di preoccupazione. Gli ultimi dati forniti alcuni mesi addietro alla Procura di Paola – che sulla questione aveva aperto da oltre un anno un’indagine – dall’Arpacal e dall’Istituto zooprofilattico del Meridione restituiscono un quadro complessivo decisamente incoraggiante. Anche se una nuova campagna di analisi è in corso sempre da parte dei tecnici dell’Istituto napoletano i cui esiti dovrebbero arrivare nei prossimi giorni sulla scrivania del procuratore capo Bruno Giordano, titolare del fascicolo.
L’inchiesta della Procura paolana – che aveva portato ad una vasta operazione di campionamento ed analisi su pesci e su sedimenti dei fondali marini prelevati dagli uomini della Capitaneria di porto di Vibo Valentia – era nata a seguito della cattura a largo di Fiumefreddo di alcuni esemplari di tonnetti alletterati risultati poi contaminati con Policlorobifelini (Pcd) e Idrocarburi policiclici (Ipa) aromatici e che presentavano anche alcune sospette malformazioni scheletriche.

INQUINAMENTO DEI FONDALI COMPATIBILE CON CHERNOBYL Tra le indagini svolte su incarico della Procura, anche quelle dei fondali marini da cui erano emerse lievi anomalie. Ma stando a quanto riferito dai tecnici dell’Arpacal, nei cui laboratori i campioni sono stati analizzati, quelle contaminazioni da Cesio 137 sono decisamente basse e dunque compatibili con quanto avvenuto a seguito degli esperimenti nucleari condotti nei decenni passati e dell’incidente alla centrale nucleare russa di Chernobyl del 1986. Viceversa non è risultata alcuna contaminazione chimico-fisica dovuta a metalli pesanti e pesticidi nei campioni di sedimenti, delle acque profonde e di superficie prelevati dagli uomini della capitaneria di porto. Un’indagine che, in attesa degli ultimi risultati delle analisi su nuovi campioni di pesci prelevati a mare, potrebbe dunque rapidamente chiudersi.

Roberto De Santo
r.desanto@corrierecal.it

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