CATANZARO «È chiara la posizione della Conferenza episcopale calabra sul caso aperto dalle dichiarazioni e dal comportamento del parroco di Platì in occasione dei funerali di un presunto affiliato ad una cosca locale». È quanto si afferma in un comunicato della Conferenza episcopale calabrese. «L’assassinio di padre Pino Puglisi e la sua beatificazione – afferma il presidente della Conferenza, monsignor Vincenzo Bertolone – hanno fatto piazza pulita di vecchi equivoci, per i quali spesso e volentieri, nonostante le indicazioni del Magistero e contrariamente al dettato evangelico, veniva tollerato che strutture di peccato come le mafie trovassero una certa comprensione da parte della Chiesa. Quel tempo è passato. Oggi per le mafie nella Chiesa non esistono spazi perché chi è affiliato si autocolloca fuori della chiesa: le mafie si manifestano quale negazione assoluta del Vangelo anche se tendenti a mascherarsi di religiosità, al solo fine di acquisire il consenso popolare».
«Un velo di finzione – si aggiunge nella nota della Cec – che la Chiesa, e quella calabrese se possibile con ancor maggior convinzione e determinazione, ha strappato e cestinato, senza alcun ripensamento». «Dopo il monito lanciato da Papa Francesco nella Piana di Sibari nel giugno del 2014 – ricorda a tale proposito monsignor Bertolone – la Cec ha approvato un documento essenziale, un direttorio contenente orientamenti pastorali per le Chiese di Calabria. È il direttorio “Per una nuova evangelizzazione della pietà popolare”. Chi cercasse risposte ai fatti di Platì, non ha che da rileggerlo».
«La Chiesa ribadisce, con profonda convinzione – dice ancora il presule, citando un brano di Testimoniare la verità del Vangelo. Nota pastorale sulla ‘ndrangheta della Cec n. 14 – il rispetto e la stima che ha sempre avuto per le Istituzioni dello Stato, e soprattutto per la magistratura e le forze dell’ordine, nella loro azione di prevenzione e di repressione, ben sapendo che alcuni hanno “pagato” finanche con la vita l’impegno nel contrastare la criminalità organizzata. Ma, nello stesso tempo, la Chiesa ricorda che la sua missione non sempre può coincidere con l’azione inquirente o punitiva propria dello Stato. Essa trasmette con fedeltà e chiarezza ciò che Cristo le ha consegnato. Per le mafie, nel nostro caso per la ‘ndrangheta, nessuno spazio può esservi nella Chiesa. Pure per questo siamo certi che l’ordinario diocesano competente rispetto ai fatti di Platì saprà adottare ogni opportuno provvedimento per ribadire l’inconciliabilità netta e radicale tra Vangelo e cosche: loro sono per la morte. Noi per la vita, la verità, la giustizia».
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