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Prudenzano: «I sindacati devono rifondarsi»

COSENZA Controlli, capacità di autoregolamentazione, recupero del rapporto con gli associati. Da almeno tre lustri i sindacati vivono una profonda crisi esistenziale e la ricetta di Confintesa…

Pubblicato il: 24/10/2016 – 15:27
Prudenzano: «I sindacati devono rifondarsi»

COSENZA Controlli, capacità di autoregolamentazione, recupero del rapporto con gli associati. Da almeno tre lustri i sindacati vivono una profonda crisi esistenziale e la ricetta di Confintesa per superare l’impasse in cui le associazioni dei lavoratori sono finite sembra non lasciare dubbi. Lo dice chiaramente il segretario generale Francesco Prudenzano nella recente visita fatta in Calabria per inaugurare la nuova sede di Confintesa Scuola a Rende. Stringe le mani dei molti associati giunti per l’occasione, si confronta, fra gli altri, coi vertici locali come l’insegnante cosentina Adele Sammarro (vicecoordinatrice  nazionale comparto Scuola e responsabile regionale per la Calabria) e Rosario Crisci della Funzione pubblica giunto da Catania, ascolta attentamente le riflessioni di voci autorevoli partecipanti all’incontro che interagiscono con Confintesa come il docente universitario e avvocato Claudio De Luca (responsabile nazionale del contenzioso scolastico) o il direttore della sede bruzia dell’Università telematica Pegaso Ferdinando Verardi con cui il sindacato ha già avviato una preziosa convenzione. Con un’idea di fondo in mente, ovvero ricalcare le orme delle prime sigle sindacali degli inizi del novecento, che operavano per spirito di servizio. Perché senza dare uno sguardo al passato si rischia di non avere futuro. 
Prudenzano, Confintesa, nonostante il clima di sfiducia che vige intorno le sigle sindacali, inverte il trend e cresce.
«Da aprile, non di più, abbiamo avviato un’opera di radicamento sul territorio con l’apertura di 46 nuove sedi in tutta Italia. Abbiamo firmato da poco un accordo per l’apertura di un centro servizi a Gela, in provincia di Caltanissetta, dove vige una situazione molto particolare, la prossima settimana abbiamo previsto due inaugurazioni a Sassari e Nuoro, e altre ne abbiamo in programma. Entro la fine dell’anno dobbiamo superare le 60 sedi confermando i traguardi che ci eravamo prefissati».
Eppure i sindacati vivono una profonda crisi di rappresentanza. 
«La crisi dei sindacati è sotto gli occhi di tutti, non è una novità, da almeno quindici anni. Anche perché i vari leader politici tentano di snobbarla – e Renzi non è il primo, basti pensare a Berlusconi – considerandola una cosa ovviabile. In parte hanno anche ragione perché se non si mette mano all’organizzazione del lavoro ed al mercato del lavoro non c’è nessuno che rappresenti realmente delle istanze precise con dei numeri precisi, ed io ho paura che sia voluta questa cosa. Non si voglia cioè avere la possibilità di contare e di contarci per poter dire chi rappresenta cosa. Noi, tendiamo a dire che bisogna applicare l’articolo 39 della Costituzione ed a cascata tutto il resto. Non abbiamo paura ad avere dei controlli, ad esempio, dall’Agenzia delle Entrate o a pubblicare un bilancio, né tantomeno dire quale sono i nostri associati e di registrarli presso degli elenchi. Penso invece che per anni i grossi sindacati abbiamo giocato sui numeri perché derivanti da autocertificazione. Ognuno, in questo modo, ha potuto sparare cifre e vantarsi di numeri che non ha per arrivare, anche se adesso è più difficile, ad un posto nel Civ dell’Inail o dell’Inps o al Cnel, dove ci sono esempi di sigle che non esistono neanche più realmente ma occupano comunque una poltrona. Non faccio nomi per non alimentare polemiche ma gli addetti ai lavori, chi ci sta dentro, sa benissimo di cosa sto parlando».
Insomma, lei invita ad una profonda opera di autocritica.
«Certamente. O come sindacati rivediamo il nostro modo di organizzarci ed il nostro comportamento per rilanciare la capacità di rappresentare il mondo del lavoro o altrimenti, per inedia, si sparirà senza fare neanche tanto rumore».
Nel suo intervento faceva addirittura una provocazione parlando di autoregolamentazione.
«Dirò di più. Fra un paio di settimane pubblicheremo il nostro manuale per l’organizzazione interna, previsto per le aziende ma non per i sindacati, cosa che mi sembra una bestialità assoluta, nel quale si prevede un organismo terzo che ha tutto il potere di controllare quando e come vuole le attività dei sindacati della nostra organizzazione per i flussi di denaro e per le capacità e decisioni di spesa. Redatto da professionisti che per statuto non possono avere avuto relazioni col nostro sindacato da almeno un anno».

edo. tri.

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