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I rapporti tra il "boss" di Acri e il latitante

COSENZA Intercettazioni, pedinamenti e una intensa attività investigativa. Il maresciallo Carmelo Evoli ha ricostruito in udienza le indagini dell’inchiesta “Acheruntia” nel processo per gli indaga…

Pubblicato il: 25/10/2016 – 13:24
I rapporti tra il "boss" di Acri e il latitante

COSENZA Intercettazioni, pedinamenti e una intensa attività investigativa. Il maresciallo Carmelo Evoli ha ricostruito in udienza le indagini dell’inchiesta “Acheruntia” nel processo per gli indagati per i quali la Dda di Catanzaro ha disposto il giudizio immediato. Sul banco degli imputati ci sono l’ex consigliere comunale di Acri, Angelo Gencarelli, Giampaolo Ferraro e Giuseppe Perri, ritenuto dagli inquirenti il reggente della cosca sul territorio acrese. Si tratta dell’inchiesta della Procura antimafia che nel luglio del 2015 ha provocato un terremoto politico ad Acri. Tra le persone coinvolte anche l’ex assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra (per il quale si deve svolgere l’udienza preliminare a Catanzaro).
Martedì mattina, nell’aula 9 del Tribunale di Cosenza, il collegio (presieduto dal giudice Enrico Di Dedda) ha ascoltato per oltre tre ore un altro teste dell’accusa. Il maresciallo capo Carmelo Evoli, in servizio al Ros di Catanzaro, ha ricostruito l’esito delle investigazioni quando era in servizio nel Cosentino. «Le indagini – ha detto – nascono da un atto intimidatorio compiuto ai danni di un imprenditore di Acri. Giuseppe Perri è il primo soggetto che viene attenzionato da noi e ritenuto capo dell’organizzazione criminale di Acri. Monitorando Perri anche nel carcere in cui era detenuto, è emersa la figura di Angelo Gencarelli che in quel momento era un elemento di spicco della politica locale ma era anche già noto alle forze dell’ordine. Da qui – ha aggiunto il maresciallo – continuammo a monitorare Angelo Gencarelli che è stato intercettato pure nella sua autovettura. In quel periodo è latitante Francesco Presta che era il capo della cosca che dominava pure il territorio di Acri». L’attività investigativa ha portato ad approfondire i rapporti tra Perri (difeso dagli avvocati Marcello Manna e Luca Acciardi) e Presta. «I due – ha affermato Evoli – mantengono contatti. Ci sono, quindi, rapporti tra Perri detenuto e Presta latitante attraverso altre persone e sodali della consorteria». Ad alcuni incontri tra gli intermediari partecipò pure la figlia di Presta. Il maresciallo Evoli ha poi fatto riferimento, anche, ai contatti con Adolfo D’Ambrosio presunto boss del Cosentino e ha descritto la “geografia” dell’organizzazione criminale di Acri. Le indagini hanno dimostrato come era aumentata «l’ingerenza di Gencarelli» negli affari della cosca. Dalle conversazioni sono emersi anche i rapporti tra altri imputati e Trematerra. Il maresciallo ha riferito sugli accertamenti eseguiti sui singoli imputati per ogni capo di imputazione.

GENCARELLI RILASCIA DICHIARAZIONI SPONTANEE Al termine dell’esame del maresciallo Evoli – il cui controesame continuerà nella prossima udienza del 15 novembre – Angelo Gencarelli (difeso dagli avvocati Antonio Quintieri e Matteo Cristiani) ha rilasciato dichiarazioni spontanee. «Volevo chiarire la mia attività lavorativa – ha detto -. Sono stato fuori dalla Calabria per alcuni anni e poi sono tornato e mi sono occupato di politica. Se avessi voluto percorrere strade poco chiare lo avrei fatto quando ero fuori della Calabria per avere meno problemi. Ma non nel 2000 quando già occupavo un ruolo anche politico». Il collegio nella prossima udienza scioglierà la riserva su alcune questioni sollevate dall’avvocato Lucio Esbardo, difensore di Giampaolo Ferraro.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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