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Scura dice «no» e resta in Calabria

ROMA Ha vinto il “no”. Brutto segnale per i renziani di Calabria, non quelli della prima ora, bensì quelli che renziani sono diventati per mercimonio.Ovviamente non ci riferiamo agli esiti del refe…

Pubblicato il: 25/10/2016 – 18:25
Scura dice «no» e resta in Calabria

ROMA Ha vinto il “no”. Brutto segnale per i renziani di Calabria, non quelli della prima ora, bensì quelli che renziani sono diventati per mercimonio.
Ovviamente non ci riferiamo agli esiti del referendum sulla riforma della carta costituzionale, che per quello ancora c’è un mese buono di tempo. Il “no” è quello opposto dal commissario per la sanità calabrese, Massimo Scura, davanti alla offerta di maggiori prebende in cambio di un trasferimento dalla Calabria al Lazio.
E davanti a quel No, motivato, risoluto, spiegato, argomentato e ribadito, Roma ha desistito. Facesse quel che crede il governator(re) Mario Oliverio ma non è possibile accontentarlo: Scura e Urbani restano al loro posto.
E che la partita era bella e compromessa, rispetto ai desiderata degli Oliverio boys, lo si era già intuito dal fatto che non c’è stato alcun incontro tra Massimo Scura ed il sottosegretario con delega all’Editoria Luca Lotti. Vero è che la convocazione era partita da Lotti, vero è che l’incontro era stato fissato a Palazzo Chigi ma, all’ultimo minuto, la piega presa dalla vicenda, foriera di sbocchi anche giudiziari, ha consigliato maggior prudenza a mister “Lampadina”, come negli ambienti della politica romana viene vezzeggiato Luca Lotti.
Così l’incontro è stato spostato di sede, non più Palazzo Chigi bensì la segreteria nazionale a largo del Nazareno. E non più un faccia a faccia tra Luca Lotti e Massimo Scura, bensì un incontro cordiale tra Scura e Federico Gelli, responsabile sanità del Partito democratico e grande estimatore del commissario spedito in Calabria.
Nessun comunicato e nessuna dichiarazione al termine dell’incontro. Né a Roma e né in Calabria. Protagonisti e comprimari hanno optato per la consegna del silenzio. Insomma abbiamo scherzato. Ognuno torna al paesello e ognuno riprende la sua attività. Fino alla prossima puntata…

pa. po.

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