REGGIO CALABRIA Si presentavano da imprenditori e operatori turistici chiedendo «un pensiero» per i detenuti, i cinque uomini del clan Paviglianiti fermati questa mattina dai Carabinieri di Reggio Calabria, per ordine della Dda guidata da Cafiero de Raho. In manette sono finiti Natale Paviglianiti, di 46 anni, Natale David Paviglianiti di 26 anni, Francesco Leone alias “nano”, di 29 anni, Salvatore Polimeni di 46 anni, Angelo Fortunato Chinnì, di 36 anni. Tutti quanti sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso e di molteplici episodi di estorsione e tentata estorsione aggravate dalle modalità mafiose. Secondo quanto emerso dalle indagini, i cinque pretendevano che commercianti e imprenditori versassero una quota dei loro profitti al clan, pena minacce e danneggiamenti. È quello che è successo al titolare di un noto lido di Marina di San Lorenzo, che si era rifiutato di versare ai cinque un “pensiero” per i detenuti. Ma i Paviglianiti hanno vessato anche i titolari di un’azienda attiva nel settore della grande distribuzione, così come un noto imprenditore del luogo che si era aggiudicato all’asta un importante lotto di terreno. Nonostante l’uomo avesse partecipato in forma del tutto anonima, gli uomini del clan sono riusciti a sapere dell’affare. E non hanno gradito. Si sono presentati dall’imprenditore, redarguendolo per non avere chiesto la sua autorizzazione alla partecipazione a quell’asta ed invitandolo a «vedere il da farsi». Tutti episodi – spiegano gli investigatori – che dimostrano l’asfissiante controllo del territorio da parte degli uomini del clan, in grado di tenere sotto scacco qualsiasi attività imprenditoriale si svolgesse nella “loro” San Lorenzo.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
x
x