COSENZA Si sono intensificate le indagini sull’arsenale scoperto lo scorso maggio dalla polizia di Stato in un box nel complesso residenziale “Il Girasole” di Quattromiglia di Rende. Le armi, tra le quali due Ak 47 Kalashnikov e due Thompson, un mitra Sten e uno Tommy Gun, erano occultate alcune dentro a borsoni e altre in buste di plastica. Dalle indagini (che sono poi passate alla Dda di Catanzaro) emerse che fu Francesco Attanasio, reo confesso dell’omicidio di Damiano Galizia (trovato morto in un appartamento della zona universitaria di Rende) a rivelare alla polizia la presenza di quel box che a suo dire poteva contenere materiale pericoloso. Il box lo aveva affittato Damiano Galizia tramite Attanasio, il quale però avrebbe fatto solo da intermediario. La Procura di Cosenza ha intensificato anche le indagini sull’omicidio, infatti nel giorni scorsi sono state eseguite delle perquisizioni all’interno dell’abitazione dei genitori di Attanasio e sono stati prelevati alcuni documenti. Al vaglio degli inquirenti se dovessero esserci eventuali collegamenti tra l’arsenale e l’omicidio Galizia. Ma – è bene ribadirlo e precisarlo – allo stato le indagini sull’arsenale in mano alla Dda non hanno alcun legame con quelle sul delitto Galizia che sono condotte dalla Procura di Cosenza.
All’attenzione degli agenti della squadra mobile le immagini delle telecamere nei pressi del garage, nelle quali si vedono tre persone. Il valore delle armi è di circa 100mila euro al mercato nero. Secondo gli investigatori la “santabarbara” potrebbe essere a disposizione di una cosca del Cosentino. Tra le armi rinvenute anche mitragliatrici, due pistole mitragliatrici, un fucile mitragliatore, un fucile a pompa, due moschetti, due fucili, due pistole e migliaia di proiettili.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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