COSENZA A novembre dello scorso anno il Tribunale di Cosenza lo ha considerato «affetto da patologia depressiva» e ne ha accolto il ricorso, dichiarandolo “vincitore” di una causa di servizio. Un mese dopo, a dicembre, la giunta regionale lo ha nominato direttore generale dell’Azienda sanitaria di Cosenza. Soffre lo stress, Raffaele Mauro. E la nomina a capo della più grande Asp calabrese – Azienda nella quale guidava il settore Spedalità privata accreditata – non lo ha certo aiutato.
Già, perché quello che scrive nella sentenza la giudice del lavoro Silvana Ferrentino non lascia spazio a molti dubbi. Tutto può essere ricondotto, scrive il Ctu incaricato di occuparsi del caso, «agli stati di disagio con grosso carico di responsabilità, le continue pressioni dall’esterno, i conflitti, le segnalazioni effettuate tramite la stampa locale, il continuo stato di stress fisico ed emotivo dell’ambiente di lavoro, gli alterati negativi rapporti con l’utenza e superiori, il continuo gravame di mansioni e incarichi, protratto per molti anni, ha determinato quel vissuto di situazioni negative, di patimento di atteggiamenti ingiusti in un clima lavorativo assai poco sereno…». Una situazione insostenibile, insomma.
Tanto che la giudice arriva a sentenziare: «Si può ragionevolmente concludere che la depressione endoreattiva ovvero disturbo cronico con ansia e umore depresso sia stata contratta nell’esercizio e a causa del tipo di attività svolta dal ricorrente e per il modo con il quale l’attività è stata svolta». Dunque, è stata la mole di lavoro portata avanti nel corso degli anni a determinare uno squilibrio psico-fisico. Con tali premesse, la conclusione è scontata: «Le patologie di cui è affetto il ricorrente (Mauro, ndr) sono dipendenti da causa di servizio». Per l’Asp, invece, oltre al danno arriva la beffa: «Condanna la parte convenuta al pagamento delle spese di Ctu e di quelle della lite che liquida in 2 mila euro, oltre a un rimborso spese forfettario».
Dunque, Mauro è riuscito ad arrivare al vertice dell’Asp nonostante la patologia che gli è stata riconosciuta dal Tribunale. In questi mesi Mauro ha dovuto fare i conti con una serie di problemi di non poco conto. Ultimo, in ordine di tempo, quello sull’assegnazione (poi ritirata) di posti letto in favore di alcuni strutture private. Un colpo di spugna che ha catalizzato lo scontro politico-sanitario delle ultime settimane, provocando denunce e tensioni tra politica, impresa e burocrazia. Pressioni aggiunte ad altre pressioni, che sicuramente non ha giovato allo stato di salute (già precario di suo) del manager a cui il governatore Mario Oliverio ha affidato il difficilissimo compito di risollevare le sorti della sanità cosentina.
Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it
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