CATANZARO Archiviazione per sopravvenuta prescrizione dei reati. Si è concluso così il procedimento a carico di dieci persone accusate di una sospetta irregolarità nel concorso bandito Arpacal. È stato il gip Giuseppe Perri che su richiesta della stessa Procura di Catanzaro ha emesso il decreto che ha posto fine alla storia processuale nata dall’inchiesta coordinata dall’allora sostituto procuratore, Carlo Villani. Secondo quell’inchiesta, un candidato sarebbe stato selezionato per la copertura di 10 posti di collaboratore professionale presso la direzione generale dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria pur non avendone i titoli. Addirittura, stando a quella ricostruzione dei fatti, il soggetto vincitore del bando pubblicato sul Burc del 13/10/2006 avrebbe avuto un titolo completamente diverso da quello richiesto dalla selezione pubblicato. Per questa motivazione l’inchiesta si era incardinata in un procedimento a carico di quella commissione di valutazione del bando, composta da Maria Maddalena Di Lieto, Mariantonietta Alia, Silvia Romano e Pasquale Lostumbo, dell’allora commissario dell’Agenzia per l’ambiente in Calabria, Domenico Lemma, di Francesco Caparello (dirigente del Settore Risorse umane e Formazione), Luigi Luciano Rossi (direttore amministrativo Arpacal), Tonino Scalzo (direttore scientifico Arpacal) e Vincenzo Mollace (direttore generale Arpacal). Ora la sopravvenuta prescrizione dei reati non permetterà più di verificare la fondatezza di quelle accuse.
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