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La Uil: «Chiudono i day hospital di Locri e Polistena»

REGGIO CALABRIA «Per mano del sindaco di Alfedena (si tratta di Massimo Scura, ndr), ahinoi commissario ad acta per il Piano di rientro, si sta consumando il colpo mortale ai danni della sanità pub…

Pubblicato il: 01/11/2016 – 14:51
La Uil: «Chiudono i day hospital di Locri e Polistena»

REGGIO CALABRIA «Per mano del sindaco di Alfedena (si tratta di Massimo Scura, ndr), ahinoi commissario ad acta per il Piano di rientro, si sta consumando il colpo mortale ai danni della sanità pubblica della provincia reggina facendoci fortemente sospettare che la ratio sia la realizzazione di un sistema sanitario retto esclusivamente sulla sanità privata, e sugli interessi che in questo mondo ha la politica e la massoneria». Lo dicono il segretario regionale della Uil Funzione pubblica, Nuccio Azzarà, e i segretari provinciali Francesco Politanò e Nicola Simone. I tre dicono che gli atti del commissario stanno portando «inesorabilmente all’impoverimento dell’offerta pubblica ospedaliera che si regge sugli unici ospedali veri della provincia, oltre l’hub di Reggio Calabria, gli spoke di Locri e Polistena. Mentre i servizi languono in un’agonia lenta e inesorabile, quotidianamente le funzioni ospedaliere sono taglieggiate e si muore per banali patologie, si assiste alla “propaganda di regime” che promette mirabilie. Ieri era il probabile bluff della cardiochirurgia di Reggio Calabria con i suoi 50 milioni di euro di danno erariale, oggi è la chimera di centinaia di assunzioni».
«A questo funereo quadro – proseguono gli esponenti della Uil – si aggiungono le notizie della chiusura dei day hospital nei due ospedali spoke di Locri e Polistena, ultimo atto di quello che è un incessante sistematico progetto di smantellamento e smobilitazione della offerta sanitaria pubblica. Si aggiunga che i posti letto a livello regionale raggiungeranno (quando entreranno in funzione i nuovi ospedali) la media del 3,4/1000 abitanti, mentre scende al 3,01/1000 abitanti su base provinciale (questo quando entrerà in funzione il nuovo ospedale della Piana), è evidente che il tasso di posti letto/abitanti è già oggi abbondantemente ben sotto la media nazionale. In ogni caso sotto la media nazionale del 3,7/1000 abitanti (tra posti letto pubblici e privati per e post-acuzie)».
«Di fronte a questo quadro desolante registriamo – scrivono Azzarà, Politanò e Simone – l’assoluto silenzio del direttore di presidio dell’ospedale di Polistena e del direttore Dao che, supinamente accettano di essere cinghie di trasmissione delle volontà dell’uomo solo al comando, l’immarcescibile commissario Scura. C’è poi da evidenziare che tutte queste “operazioni” sono fatte in assoluta mancanza di atto aziendale, del cui varo il commissario si era fatto un punto d’onore. Siamo a ottobre e dell’Atto aziendale non si ha traccia, né si capisce se e quando vedrà la luce, tanto lo si aspetta da decenni, facendo delle leggi dello Stato, uso ed abuso a propria discrezione e riducendo la legalità, tanto auspicata e decantata, a un “orpello”».
«L’occasione del 7 novembre – prosegue la nota – con il sit-in davanti alla Prefettura di Reggio Calabria per il ripristino di un diritto negato e per una sanità pubblica degna di questo nome per tutta la provincia, potrebbe rappresentare una utile occasione per tentare una inversione di rotta. Auspichiamo che tutti i sindaci dell’area tirrenica e di quella jonica, con a capo quelli dei comuni sede degli ospedali spoke di Locri e Polistena, ma anche tutti coloro che sono dotati di buona volontà, siano presenti per fare un fronte comune per la difesa dell’articolo 32 della Costituzione e che una grande mobilitazione faccia riflettere il commissario Scura ed il governatore Oliverio».

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