SAN LORENZO DEL VALLO Lo cercano perché persona informata sui fatti ma del fratello di Damiano Galizia, giovane di 31 anni ucciso ad aprile scorso, gli investigatori non hanno notizie da domenica, giorno in cui sono state uccise Edda Costabile e Ida Attanasio, madre e sorella di Francesco Attanasio, assassino di Galizia. È un paese informato sui fatti San Lorenzo del Vallo. La storia si ripete a cinque anni di distanza dall’efferato omicidio di Rosellina e Barbara Indrieri, madre e figlia, massacrate in casa una sera di febbraio del 2011. Allora il paese venne presidiato, decine di persone vennero ascoltate dai carabinieri: parenti, vicini di casa, datori di lavoro, conoscenti. Tutti, teoricamente, informati sui fatti. Oggi, dopo il delitto di Edda Costabile e Ida Attanasio, avvenuto domenica mattina nel cimitero di San Lorenzo, le indagini accendono ancora i fari sulla gente. Oggi, più di ieri, si cercano i testimoni di un omicidio avvenuto all’aperto, di giorno, in un luogo affollato. Questa pista gli investigatori, coordinati dalla Procura di Castrovillari, difficilmente la molleranno. Ma a essere sentiti come persone informate sui fatti ci sono anche i familiari delle persone coinvolte in questa triste vicenda.
UN FILO ROSSO TRA DUE AMICI Due famiglie a confronto. Da un lato gli Attanasio che domenica hanno perso una madre e una sorella a colpi di calibro nove, tutti esplosi dallo stesso killer, un uomo solo che a volto scoperto ha agito all’interno del campo santo. Dall’altro lato ci sono i Galizia che ad aprile hanno perso un figlio, Damiano, 31 anni, ucciso da Francesco Attanasio, 33 anni. Fino a poco tempo prima i due giovani erano amici stretti. Ma alla base di quel rapporto qualcosa cigolava pericolosamente: debiti, favori, richieste pressanti, la ricerca di un tenore di vita più alto di quanto possibile. Il rapporto è funestato a tal punto da spingere Attanasio ad uccidere Damiano Galizia. Il 33 dapprima cerca di nascondere il delitto, di occultare il corpo. Ma si sente braccato dalla famiglia della vittima, sa che lo stanno cercando. Prende moglie e figlia e si rifugiano nel Vibonese. Ma non regge, non si sente sicuro e si consegna agli agenti della squadra mobile di Cosenza. A loro confessa il delitto, fa ritrovare il corpo. Ma farà di più: farà ritrovare un box che l’amico gli aveva chiesto di affittare per lui a Rende. Qui i poliziotti troveranno un vero e proprio arsenale. Francesco Attanasio dice di non sapere a cosa fosse destinato il box ma teme sia qualcosa di illecito. Ha paura, supplica gli inquirenti di proteggere la sua famiglia. «Ho paura di ritorsioni», dice mentre l’affaire arsenale passa all’antimafia. Due giorni dopo l’arresto viene data alla fiamme la cappella della sua famiglia. Domenica la ferocia si è abbattuta su sua madre e sua sorella. Gli investigatori cercano testimoni in un paesino di appena 3.000 anime. Uomini e donne informate sui fatti. Di cui uno non si trova.
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