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Comunali a Catanzaro, tutti a caccia di Ncd

CATANZARO Le sabbie mobili sono forse l’immagine migliore per descrivere la situazione politica di Catanzaro: apparentemente sembra tutto fermo, in superficie, ma non appena ci si mette un piede so…

Pubblicato il: 02/11/2016 – 12:34
Comunali a Catanzaro, tutti a caccia di Ncd
CATANZARO Le sabbie mobili sono forse l’immagine migliore per descrivere la situazione politica di Catanzaro: apparentemente sembra tutto fermo, in superficie, ma non appena ci si mette un piede sopra, tutto diventa fluido.
A scuotere la calma apparente in entrambi gli schieramenti, ci sono motivazioni diverse: da una parte, nel centrodestra, con Forza Italia che intende mantenere il ruolo di controllo sul sindaco Sergio Abramo e lo richiama all’ordine con un comunicato stampa che è soprattutto un messaggio cifrato per gli addetti ai lavori, dall’altro, nel centro sinistra, la decisione di non lasciarsi tentare dall’avventura politica da parte del questore Giuseppe Gualtieri, ha rimesso in pista tanti pretendenti al ruolo di candidato sindaco. In mezzo, e la sensazione è che sarà il vero ago della bilancia, c’è Ncd che flirta apertamente con il centrosinistra, ma non chiude del tutto al centrodestra, purché il candidato non sia Abramo. Ma andiamo con ordine.
 
LA NOTA DI TALLINI E CARDAMONE Nel tardo pomeriggio di martedì, il coordinatore provinciale e quello cittadino di Forza Italia, Domenico Tallini e Ivan Cardamone, inviano una nota alla stampa in cui, prendendo spunto dalle ultime vicende in consiglio comunale, lanciano un messaggio al sindaco Abramo: «È ormai chiaro ed evidente come Forza Italia sia rimasta l’unica forza politica a rappresentare le istanze dei cittadini sostenendo con serietà e senso di responsabilità il lavoro dell’amministrazione Abramo, come dimostrano le strane defezioni all’interno della stessa maggioranza e i movimenti inquietanti e trasversali che emergono anche nell’aula rossa, dopo aver caratterizzato il voto provinciale. Il gruppo di Forza Italia, insieme a pochi altri consiglieri di buona volontà, si è sempre fatto carico, con responsabilità, dell’immane lavoro politico in consiglio comunale nell’arco dell’intera legislatura consentendo l’approvazione di tutte le pratiche che il sindaco Abramo, e la sua maggioranza, ha ritenuto di porre all’attenzione del Consiglio per l’attuazione del programma. Crediamo sia giunto ormai il momento che il sindaco Abramo, insieme a chi gli è stato vicino e coerente con il mandato elettorale, esamini con realismo quanto sta accadendo anche per dare un segno della volontà di amministrare solo nella massima chiarezza del quadro politico». Che tradotto significa: senza Forza Italia non vai da nessuna parte, né in questa consiliatura, né alle elezioni. 
Un messaggio che di certo non è servito a rasserenare il sindaco, alle prese nell’ultimo mese con diverse questioni politiche all’interno della maggioranza che si è ricostruito dopo l’ennesimo rimpasto di giunta della sua amministrazione. Una maggioranza con cui Abramo aveva provato ad affrancarsi, almeno in parte, dal vincolo di Forza Italia, per lasciarsi aperta un’uscita di sicurezza in caso (il sindaco ha annunciato la sua ricandidatura nella prossima tornata elettorale)  gli azzurri decidessero di mollarlo per puntare su una soluzione interna e “propria”.
A contestare la posizione di Forza Italia c’è l’Udc, con il consigliere comunale Tommaso Brutto che non ha perso tempo nel rispondere a Tallini e Cardamone: «Non condivido il tentativo che fanno entrambi nel proporre all’opinione pubblica, la sola Forza Italia come unica forza politica atta a rappresentare le istanze dei cittadini. Questo loro teorema, può essere chiaramente smentito dai fatti, richiamando alla memoria la seduta del consiglio comunale del 27 settembre scorso quando proprio il presidente Cardamone nel far chiamare l’appello constatò la sopraggiunta mancanza del numero legale, addirittura in seconda convocazione, grazie anche ai tanti assenti del gruppo consiliare di Forza Italia. Non accettiamo pertanto lezioni di coerenza politica e di appartenenza da nessuno, soprattutto quando quelli come me hanno sempre e solo militato e sostenuto Abramo ed il solo centrodestra. Ribadisco pertanto il mio pensiero, credo che siano maturi i tempi per una profonda riflessione politica che senza scandalismi potrebbe portare ad un nuovo disegno politico sulla Città di Catanzaro».
Aria tesa e per ora tregua armata, quindi. Ma gli equilibri potrebbero sconvolgersi a breve quando la Consulta si pronuncerà sul ricorso di Wanda Ferro nei confronti della legge elettorale regionale e soprattutto dopo l’esito del referendum.
 
SE SPARTA PIANGE… Il “no” alla candidatura a sindaco pronunciato da Giuseppe Gualtieri (rifiuto caldeggiato, pare, anche da alcuni tavoli romani), è stato un po’ come il “tana libera tutti” del nascondino. Se infatti prima vigeva una sorta di rispetto istituzionale verso la figura di Gualtieri tale che anche chi non digeriva una candidatura “imposta” alla fine l’avrebbe accettata, ora è scattata la corsa a riempire una casella vuoto e ambitissima.
Sono quasi innumerevoli le correnti e le forze che vorrebbero poter esprimere il candidato sindaco del centrosinistra ecco perché ora è una lotta senza quartiere: tra gli interessati ci sono sicuramente i consiglieri regionali del Pd Enzo Ciconte e Antonio Scalzo, che non hanno certo intenzione di non far pesare il proprio consenso elettorale nella decisione. 
Ma tra i dem è tornata anche a farsi sentire la voce di Agazio Loiero, il cui ritorno in campo non può che voler dire che si interesserà della vicenda Catanzaro. Magari non chiederà l’appoggio per sé stesso, ma di certo ha un nome da spendere e argomenti validi per convincere qualcuno a sostenerlo.
Il quadro però è complesso, tanto che al momento l’unica soluzione attraverso la quale si potrà arrivare alla legittimazione di una candidatura unitaria appaiono le primarie, setaccio attraverso il quale hanno sempre chiesto di passare Roberto Guerriero (consigliere comunale di S&D, la corrente del Pd che fa capo alla ministra Maria Elena Boschi) e l’indipendente Sergio Costanzo. Anche i questo caso, non saranno loro a candidarsi direttamente, ma vorranno puntare su nomi di fiducia.
Potrebbe essere della partita anche Aldo Casalinuovo, avvocato e già presidente della Camera penale di Catanzaro, che in queste ultime settimane ha intensificato le uscite pubbliche in occasione dei dibattiti sul referendum.
 
LA TERZA FORZA Come già detto, in questo momento l’ago della bilancia è il Nuovo centrodestra, forza politica a cui soprattutto il Pd guarda per la costruzione di un’alleanza granitica in grado di portare alla vittoria sui Tre Colli. Ma per farlo, dopo le prove generali perfettamente riuscite con il voto alla Provincia, il Pd dovrà sacrificarsi sull’altare del voto e cedere la candidatura ad un alfaniano. Nello specifico, il nome più quotato è quello di Sinibaldo Esposito, medico e consigliere regionale tra i più votati in città, con un solido retroterra elettorale. 
L’accordo Pd-Ncd però non lascerà contente quelle correnti che ambiscono a dire la loro nella scelta del candidato: si eviterebbero infatti le primarie e nessuno potrebbe quindi “contarsi”, perdendo così la possibilità di scontare qualche ticket elettorale nella composizione della giunta o nelle nomine di pertinenza del Comune. Sotto il nobile scudo dell’identità ferita dall’accordo con Ncd, potrebbe quindi avere luogo una diaspora da cui nascerebbe un polo “a sinistra”, intenzionato a correre da solo per pesarsi e poi valutare l’offerta in un eventuale ballottaggio.
 
Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it

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