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La solidarietà italiana, oltre Goro

«Disgustato da quanto è successo a Goro, sono pronto ad accogliere le donne respinte da quei comuni». Nicola Marotta, 48 anni, sindaco leghista di Roccagloriosa, piccolo comune del Cilento, non del…

Pubblicato il: 02/11/2016 – 14:27

«Disgustato da quanto è successo a Goro, sono pronto ad accogliere le donne respinte da quei comuni». Nicola Marotta, 48 anni, sindaco leghista di Roccagloriosa, piccolo comune del Cilento, non della Padania, giura di essere sbalzato dalla sedia quando ha sentito la notizia delle barricate contro dodici donne africane e dei loro otto bambini, che richiedevano asilo. Ed in Calabria, padre Fedele Bisceglia, con Franco Corbelli, affinché le donne ed i bambini respinti a Goro e a Gorino possano essere ricoverati nel Paradiso dei poveri, la nuova struttura di accoglienza del frate missionario, che è pronta ad accoglierli.
Insomma, le iniziative in favore di questa povera gente si moltiplicano, anche se, per ora, una soluzione provvisoria è stata trovata. La verità, dice molta gente, è una sola: aiutare chi ha bisogno è un dovere morale.
Chi si occupa di più di sostenere, soprattutto, i bambini sono due regioni del Sud, la Sicilia e la Calabria, e due del Nord, la Lombardia e l’Emilia Romagna. In questa assurda vicenda, anche il premier Matteo Renzi si è detto del parere che «l’Italia che conosco io, quando ci sono dodici donne ed otto bambini, si fa in quattro per risolvere il problema». Una cosa, però, è certa: gli arrivi non si fermano, ma da qui a fare blocchi stradali, ci corre. Ecco perché Matteo Renzi, è stato duro con l’Unione europea. Anche il ministro Angelino Alfano ha parlato di vicenda che ci disonora.
Di contro c’è che all’ex direttore di Repubblica, Ezio Mauro, una donna, che vive a Gorino, ha avuto l’ardire di dire «qui non c’è niente per noi, figurarsi per gli altri». E questa donna ferrarese, che evidentemente non ha mai sentito parlare di Pietro Bartolo, il medico che vive, si fa per dire, a Lampedusa e dei sacrifici che fa per accogliere, curare, assistere e, con il sindaco Giusi Nicolini, far mangiare i richiedenti asilo. Altrimenti, c’è da sperare, non avrebbe contribuito a bloccare la strada di accesso per Gorino per non consentire l’ingresso in quella “città” quei diseredati africani. «Cosa vengono a fare qui, noi abbiamo i nostri guai», hanno gridato in coro dicendo di no al sindaco,al prefetto ed al colonnello dei carabinieri. La solidarietà cristiana ed il buon senso dove sono andati a finire? L’ex direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, ha riconosciuto a Renzi il merito di aver iniziato una seria lotta alla povertà in Italia perché occuparsi dei poveri- italiani o extracomunitari che siano, non risponde solo ad un dovere di misericordia civile, ma restituisce valore alla cittadinanza e rinsalda legami e rispetto delle regole.
Siamo del parere che dove mangia una persona, possono mangiare due! Certo il problema c’è, inutile negarlo. E speriamo che questo di Goro non sia l’inizio della ribellione, soprattutto al Nord. Perché cosi, a sentire Ezio Mauro, «va in scena una vera e propria lotta di classe in formato inedito che mette di fronte la modernità esausta e logorata della democrazia occidentale, con la primordialità dei mondi disperati che prendono il mare per cercare sopravvivenza e niente altro». L’Europa deve intervenire con l’urgenza che il caso richiede e che il governo Renzi ha posto. Non possiamo far male a queste persone (o non lo sono, per il colore diverso della pelle?). Le persone che hanno respinto questi poveri cristi, come direbbe Camilleri, non si sono ribellate, non sapevano neanche dove fossero, chiedevano protezione, non odio. Siamo tutti una sola cosa al mondo!

*giornalista

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