Il paese dei balocchi in cui vive Oliverio

È proprio vero, il nostro “inguaribile ottimismo” è destinato a riservarci solo e sempre brutte sorprese. Spieghiamo subito: il concatenarsi di casi devastanti per la reputazione della giunta regionale, ci aveva spinto a immaginare che questa volta la misura era colma e il silenzio del governato(re) Mario Oliverio fosse dovuto semplicemente alla ferma intenzione di far parlare i fatti.
La sua amministrazione nel giro di tre giorni ha dovuto incassare sonori ceffoni per via del “muratore” con famiglia Giulio Carpentieri, dimessosi e poi pentito di essersi dimesso. Del famigerato bando per le compagnie teatrali, difeso a spada tratta e poi modificato in autotutela. Del veterinario, Giorgio Piraino, prestato alla cultura e poi rispedito alla zootecnia ma silurato dal ministero della salute. Fino al “caso Mauro”, depresso da dirigente dell’Asp, poi guarito in virtù della promozione a direttore generale della stessa Asp di Cosenza ma sempre dimentico di comunicare alla Regione il persistere di un contenzioso tra lui e l’ente che gli è stato affidato come direttore generale. Quest’ultimo episodio è valso l’apertura di un nuovo fascicolo giudiziario e una pagina sul Corriere della Sera a firma di Sergio Rizzo.
Tre giorni di passione al termine dei quali Mario Oliverio e la sua giunta non solo non sono risorti ma, addirittura, hanno beccato un’altra tranvata e ricominciato il Calvario, per via della imprudente intervista di Federica Roccisano a Report.
In molti hanno puntato l’indice accusatorio, censurando il silenzio di Mario Oliverio: ma come può restar zitto il governato(re) davanti a una Regione Calabria ridotta ormai a burletta?
Noi, invece, abbiamo pensato che il silenzio di Oliverio era solo l’anticamera di una esplosione di fatti concreti. Del resto, c’era da fare i conti anche con il silenzio di Ernesto Magorno, uno che esterna pure sulla cibernetica applicata al commercio internazionale del volpino.
Stavolta ci sarà la resa dei conti. Pensavamo, nel nostro inguaribile ottimismo. E quando è arrivata la notizia di una convocazione della giunta regionale urgente per la mattina di giovedì, una seduta riservata ai soli assessori e senza tecnici attorno, abbiamo ritenuto che era la conferma dell’intenzione di SuperMario di fare sul serio. Granitica certezza mantenuta anche quando la seduta di giunta è stata spostata dalle ore 9 alle ore 11. Poi altro aggiornamento: la giunta inizierà i suoi lavori alle ore 13. Assessori in fermento, corridoi silenziosi. Decimo piano off limits per tutti. Suspence che manco Hitchcock. Seguirà altro rinvio dei lavori alle 17. Poi il buon Pignanelli tira fuori il suo sorriso da seminarista in visita al Palazzo Apostolico e informa gli assessori: il presidente è andato via. Aveva un impegno a Mormanno. E la giunta? Balbettano i “tecnici”. Serafico Pignanelli: «E la giunta, la giunta…. che volete farla senza il presidente la giunta? La giunta non si fa… sarà riconvocata».
Chapeau! Onore al genio, in un colpo solo Gerardo Mario Oliverio ha fatto capire a tutti (noi compresi) che è lui l’unico professionista in campo. Gli altri tutti dilettanti. Gente che non sa come si vive nell’era del Pd renziano. Andate a rileggervi Vujadin Boškov, … sì Boškov il compianto allenatore serbo: «Rigore è quando arbitro fischia». E lui, l’arbitro assoluto di questa malridotta Calabria, Gerardo Mario Oliverio, non ha fischiato per cui si continua a giocare come prima, come se nulla fosse accaduto né in campo… e men che meno in area di rigore.