Ultimo aggiornamento alle 16:39
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

Ministro, noi talassemici di Locri siamo disperati

Illustrissimo Onorevole Lorenzin,Le scriviamo perché disperati.Per l’ennesima volta alcuni pazienti talassemici si vedono costretti a rinunciare al proprio diritto alla privacy, diritto che tutela …

Pubblicato il: 05/11/2016 – 13:31

Illustrissimo Onorevole Lorenzin,
Le scriviamo perché disperati.
Per l’ennesima volta alcuni pazienti talassemici si vedono costretti a rinunciare al proprio diritto alla privacy, diritto che tutela ogni cittadino, perché devono denunciare a mezzo stampa quelle che sono le inefficienze della sanità, soprattutto nei loro confronti. Come pazienti cronici abbiamo l’esigenza di cure continue che attualmente non sono garantite, e senza esporci non siamo presi in considerazioni da nessuno… anzi ci vengono raccontate un sacco di fandonie giusto per tenerci buoni. Come se si potesse mettere il tasto “pausa” ad alcune patologie nell’attesa di risolvere i problemi di bilancio dell’Asp o di risposte.
È dal mese di luglio che alcuni ragazzi talassemici dell’Ospedale di Locri cercano di ottenere dei presidi salvavita dalla Regione (presidi che hanno sempre avuto), l’unica cosa avuta però è stata una quantità necessaria per il mese di agosto e niente più. Questo succede perché la Regione Calabria era morosa nei confronti dell’azienda fornitrice (unica tra l’altro) che ha deciso che non avrebbe più fornito materiale prima del saldo delle fatture. Abbiamo fatto articoli a mezzo stampa, ci siamo recati a Reggio Calabria da chi di competenza per sentirci dire che tutto era risolto ma invece poi nulla. E noi ad elemosinare continuamente un diritto alla salute.
Quei presidi salvavita ci permettono di curarci. Il danno che ci ha causato il non poter fare correttamente la terapia mi dice a chi lo dobbiamo imputare?
Ci hanno detto che sono in arrivo i presidi, ma sarà una consegna regolare adesso o un’altra consegna temporanea tanto per prendere tempo e fra un mese iniziamo di nuovo il pellegrinare mendicante in cerca di risposte?
Per non parlare del fatto che noi ragazzi talassemici prima curati nel reparto di Pediatria adesso non possiamo più essere assistiti, ma dove andiamo, chi ci segue? Ad agosto ci hanno prospettato un trasferimento nel reparto di Medicina ma ancora oggi nulla. In Pediatria nessuno che si preoccupa di noi, se abbiamo bisogno di visite, farmaci o altro non c’è nessuno. Per non parlare del fatto che approfittando di tutto il disordine esistente nell’Ospedale, il personale infermieristico fa pressione di spostamenti e magari a volte si rifiuta di prestare le cure necessarie. Onorevole Lorenzin noi siamo pazienti, non tocca a noi andare a capire perché non ci sono i presidi, di chi è la colpa o a cosa è dovuta, chi deve provvedere a spostarci in un altro reparto. Fare i mendicanti da un ufficio all’altro è umiliante, non avere risposte è umiliante, il caos in cui vive la nostra sanità non può ricadere sulla pelle degli ammalati. E vorremmo aggiungere un’altra cosa, dov’è il nostro diritto alla privacy? Perché, giustamente, quando andiamo a chiedere e a informarci dobbiamo raccontare chi siamo e cosa cerchiamo.
Denunciare pubblicamente le inefficienze con la speranza che qualcuno ci ascolti vuol dire far sapere a tutti le nostre problematiche. A chi gestisce la sanità: avete idea di cosa significa denudarsi del proprio diritto alla riservatezza?
Avete idea di cosa significa vivere con una cronicità e vedere giorno dopo giorno smantellare il posto che dovrebbe curarti, e non sapere se domani stai male dove andrai? Direi proprio di no.
Non è fattibile che ci sentiamo dire: «Andate a Reggio Calabria». Ma alcuni pazienti non possono spostarsi o non ce la fanno a spostarsi, non è una questione di una volta o due, ma di una vita.
Viviamo in un momento in cui la sanità non garantisce più quello per cui esiste, cittadini che rinunciano a curarsi perché non hanno più la possibilità di pagare visto che alcuni servizi sono stati tagliati, pazienti che vanno all’ospedale e vengono spogliati della loro dignità, vengono respinti perché non ci sono più i medici o i reparti di competenza, e chi non ha possibilità per andare dal privato o prendere la sua umile valigia e spostarsi alla fine soccombe.
Onorevole, noi non chiediamo che ci venga fatto un nuovo ospedale bensì che venga ripristinato quello che già c’è, in nome dell’Articolo 32 della Costituzione: il diritto alla salute. Tutto questo in modo che ogni cittadino possa essere curato, e al meglio, nel suo territorio.
Non ci accontenteremo più di vane risposte ma adesso pretendiamo fatti.

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x